Serra non sarà vicesindaco di Sgarbi, a Salemi: il Pd siciliano non vuole

Gran rifiuto del prefetto. Furibondo il critico d'arte: "Era disponibile, poi ha avuto il veto. È incredibile, c'è un partito che impedisce a un uomo di legge di lavorare proprio nel territorio del boss Matteo Messina Denaro". La replica del Pd: "La nostra antimafia non si discute"

Il «gran rifiuto» era nell'aria. E, puntuale, è arrivato, a dispetto dell'accettazione con riserva: il senatore del Pd ed ex prefetto di Palermo e Roma Achille Serra non affiancherà Vittorio Sgarbi come vicesindaco di Salemi. Ufficialmente perché un impegno amministrativo in Sicilia sarebbe inconciliabile rispetto agli impegni parlamentari a Palazzo Madama; ma ufficiosamente, e neanche tanto, perché sulla nomina del superprefetto, che pure aveva detto che sarebbe tornato con gioia in Sicilia, è arrivato il veto del Pd siciliano, o meglio il veto, a mezzo nota stampa, del numero due del Pd siciliano, Tonino Russo, che a caldo ha annunciato che il Pd avrebbe continuato a fare opposizione, anche contro il suo stesso senatore.
Il «no» di Achille Serra è stato garbato ma fermo: «Ringrazio di cuore il sindaco di Salemi Vittorio Sgarbi, per la fiducia e la stima accordate alla mia persona, con la proposta di nomina a vicesindaco. Avendo però l'abitudine di dedicare ai miei incarichi tutto l'impegno e la serietà che meritano, sono costretto a declinare l'offerta. Ho considerato, infatti, che le responsabilità parlamentari non mi consentirebbero di svolgere questo mandato con la necessaria attenzione, e non voglio che a farne le spese siano i cittadini di Salemi. La mancanza di diaologo tra le forze politiche, inoltre, limiterebbe un mio eventuale contributo super partes».
Furibondo Sgarbi: «E pensare che mia sorella è l'editore dei libri di Franceschini...Serra mi aveva detto subito di sì. Poi ha detto che avrebbe dovuto parlarne con il partito. Così ha incontrato il segretario del Pd Dario Franceschini, che è mio concittadino ed è molto più a destra di me. Bene, Achille Serra mi ha richiamato per dirmi che non accetterà più l'incarico di vicesindaco perché Franceschini gli ha detto che il Pd regionale siciliano non lo vuole. In altre parole c'è un Pd che impedisce a un uomo di legge di lavorare proprio nel territorio del boss Matteo Messina Denaro. Questo perché il Pd non vuole fare la vera lotta alla mafia. Si vergognino tutti. Il progetto del Comune di Salemi è molto alto, va al di là dei partiti». Il sindaco Sgarbi spazia a tutto campo per la sostituzione di Serra: «Per un Serra che rinuncia - ha detto – ce n'è uno di riserva. Penso all'umorista Michele Serra, ma non so se anche lui resisterà alle pressioni del Pd. In subordine c'è l'ipotesi Roberto Benigni».
Ma il «no» di Serra legato al «niet» del Pd siciliano ha scatenato una guerriglia interna agli stessi democratici. Il segretario regionale del Pd, Francantonio Genovese, ha infatti smentito indirettamente il suo vice Tonino Russo che subito, appena uscita la notizia della designazione di Serra, ha esternato il «pollice verso» annunciando battaglia: «Quando ho appreso la notizia della possibile nomina del senatore Achille Serra a vicesindaco di Salemi –ha detto Genovese –mi sono guardato bene dall'esprimere giudizi affrettati nella consapevolezza della grande serietà e dell'alto profilo dell'ex prefetto di Roma. Non ho voluto esercitare pressioni o porre veti in merito a tale scelta. Ritengo tuttavia che bene ha fatto Serra a rinunciare ad un impegno al quale, come anche lui stesso ha dichiarato, non avrebbe potuto dedicarsi a tempo pieno».


Al j'accuse di Sgarbi replica furibondo il numero due del Pd siciliano, Russo: « Le radici, la storia e l'impegno antimafia del Pd siciliano sono universalmente riconosciuti e non è certo il delirio di un Napoleone qualunque che può metterli in discussione».

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