Si scrive NoB-day, si legge Italia dei valori La grande bufala "viola" di Tonino

Altro che spontanea e auto-organizzata: dietro la sfilata c’è la mano dell’ex pm. Che ha anche speso 150mila euro. Già ad aprile il sito internet dipietrista aveva un fascione viola e lo slogan del corteo. La piazza vuole il Cav in manette e spera nel postfascista Gianfranco

Si scrive NoB-day, si legge Italia dei valori 
La grande bufala "viola" di Tonino

Ma bravi, i quattro ragazzotti col cartellino sul petto «il popolo viola chiede la parola», il gruppo organizzatore «spontaneo», «autogestito», scaturito dal basso a meravigliar partiti e organizzazioni consolidate, ma sì, i candidi e ingenui «figli della rete» - non erano meglio i fiori? - che avrebbero messo in piedi l’ambaradan di ieri a San Giovanni col passaparola, Facebook e il fai da te. E Bravo pure Dario Fo - a un premio Nobel si perdona tutto - che saluta il «qualcosa di magico», questi ragazzi «giovanissimi che sono cresciuti di numero e di esperienza pur non avendo dietro sindacati e partiti». Ma più bravo di tutti Tonino Di Pietro, che è riuscito a sfornare la bufala più gigantesca di questa infinita e trista stagione politica, spacciando come «germinazione spontanea» e per nulla eterodiretta, questo NoB-day che in realtà ha programmato, organizzato e diretto sin nei minimi particolari lui, in prima persona e da mesi.
A confronto i girotondini erano campioni di indipendenza e autonomia, persino i grillini, quelli dei circoli del comico che ancora resistono, sembrano i crociati bambini senza permesso di papi e sovrani. Ma questi che «nessun politico sul palco», i presunti liberi e fantasiosi che vantano «la prima manifestazione in Italia autoconvocata in rete con un tam tam tra blogger e iscritti a Facebook», se non sono burattini hanno certamente un filo doppio e ben stretto con Idv, il partito dipietrista, che con questa storia ha surrettiziamente ramificato il partito in tutta Italia e pure all’estero, perfino un circolo a Rabat. E non parliamo di quattrini, perché sarebbe anche comprensibile che un partito come Idv che incassa fior di finanziamenti pubblici, «regali» 150mila euro a dei cani sciolti ma compagni di strada, che nella colletta in rete più di 20mila scarsi non riescono a rastrellarne. Oh, avete idea di quanto costi mettere in piedi un palco e megaschermi come quello di ieri? I concerti costano, pure l’occupazione del suolo pubblico, agli artisti «impegnati» almeno le spese bisogna rimborsarle, e i tecnici esigono la tariffa contrattuale.
No, questo sarebbe il meno, chi volete che faccia il generoso, Rifondazione che non ha più una lira? Ma il «padrinato» di Tonino è più antico e concreto, sottaciuto e mascherato. È lui, il padre padrone del No Berlusconi-day e del «libero» popolo viola: l’unica alternativa a questa verità è che Di Pietro ha la palla di vetro, vede e prevede meglio del mago di Tripoli e di Otelma messi insieme. Tant’è che gli «spontanei» del NoB-day sono nati soltanto a ottobre. Però il sito di Tonino sapeva già tutto alla fine di aprile. Come mai questa «incongruenza» che fa crollare l’intera retorica della «spontaneità» è passata sinora in cavalleria? In verità qualcuno se n’era accorto, e ha provato a portare alla luce l’arcano. È il sito web Aurora. Ma chi volete che vada a leggersi quanto scrivono gli ultimi trotzkisti? Così nella «sola» son cascati gli altri compagni, comunisti leninisti, luxembourghiani, rossoverdi e cattocomunisti.
Ricordate la testatina classica del sito di Tonino? C’era il suo faccione sorridente, un Di Pietro bello nero, e il gabbiano colorato di bandiera. Improvvisamente, il 30 aprile - «cinque mesi e nove giorni prima del giorno di nascita del gruppo», annotano su Aurora - il sito cambia veste e si tinge di viola. Vola via il gabbiano, la faccia e il nome di Tonino si spostano a sinistra, nell’altra metà compare la foto di Berlusconi, proprio quella inflazionata in questi giorni, col profetico slogan «No Berlusconi-day» e una grande scritta in campo viola: «Partecipa anche tu - in tutte le piazze d’Italia». C’era anche un’icona di accesso a Facebook, ma cliccando non s’apriva alcun link. Per forza, il gruppo «spontaneo» doveva ancora autogerminarsi!
Solo qualche mese dopo, il link si apre mostrando una fotina viola del Cavaliere nero con l’impegno «NoB-day, io ci sarò». Finalmente, ad ottobre, Franca Corradini di Arezzo (è una dei quattro della conferenza stampa «autogestita» dell’altro giorno, insieme a San Precario che sarebbe il subcomandante Marcos de noantri)registra il dominio «noberlusconiday.org». Miracolo della preveggenza dipietrista, nella pagina appare la stessa fotina viola del sito di Tonino, e sotto la colonna illustrata c’è il link col supporto per «creare i gruppi locali».


Altro che «cinghia di trasmissione», i gruppi locali NoB-day arruolati inconsciamente nell’esercito giustizialista di capitan Tonino sono già 103 in Italia e 38 all’estero. Più uno extraterritoriale di buddisti. Con l’acca mi raccomando, che fa tanto figli dei fiori.

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