Si è spento a Pavia il professor Tiengo dedicò tutta la vita al dolore dei malati

La morte di Mario Tiengo è un lutto per la Medicina ma anche per la Società. La sua lunga battaglia contro il dolore, infatti, sfiorava il mondo accademico per arrivare al cuore di coloro che soffrivano. Le sue seicento pubblicazioni scientifiche, i suoi congressi, i suoi interventi a livello istituzionale hanno demolito un vecchio tabù; hanno dimostrato che il dolore non è una punizione divina ma un'anomalia che bisogna correggere. Questa è stata la sua missione; questo è - oggi - il ricordo che ci lascia.
Nato ad Adria, in provincia di Rovigo, si era laureato a Milano nel 1947 e subito dopo era diventato assistente di un grande maestro (Rodolfo Margaria) di fisiologia, materia fondamentale per coloro che vogliono conoscere i segreti del corpo e della mente. Dopo la libera docenza in anestesia e rianimazione, era stato primario negli Istituti clinici di perfezionamento, diventando nel 1968 professore ordinario. Nel 1982 la grande svolta: Tiengo crea la cattedra - prima nel mondo - di Terapia del dolore e ne diventa titolare, diventando famoso a livello internazionale, come dimostra l'assidua collaborazione con il Premio Nobel John Eccles e con studiosi della International Association for the Study of Pain, che lo chiama nell'ufficio di presidenza a Seattle. Lascia la cattedra universitaria - per limiti di età - nel 1996, dopo avere allestito una grande struttura: il primo ospedale italiano per la terapia del dolore, in via Commenda, che oggi porta il suo nome.
Non era solo uno scienziato. É stato, per molti anni, una grande firma della nostra pagina di medicina. Teneva molto a questa collaborazione e protestava (bonariamente) se i suoi articoli non venivano pubblicati subito. Era anche un gourmet. I cuochi della Società del Giardino temevano i suoi giudizi. Era un uomo felice: a 74 anni aveva sposato una storica dell'arte, Stella Meyer, appena arrivata dagli Stati Uniti per studiare il secolo che vide l’affermazione della dinastia viscontea. Si amavano molto. Il maestro che aveva dedicato la vita alla ricerca scientifica, ottenendo consensi in tutto il mondo, viveva una passione esaltante.

Lo rivelano le lacrine di Stella, piene di tenerezza. I ricordi si affollano: dal primo incontro al letto del Policlinico di Pavia in cui il professore ha dato l’addio a noi tutti. Aveva appena compiuto 88 anni.
Addio, Mario. Non ti dimenticheremo.

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