Tumore e infarto: gli ospedali migliori d’Italia

In miglioramento ma ancora lontani dagli anni pre-pandemia i numeri di ricoveri e interventi negli ospedali italiani: ecco cosa dice il Report dell'Agenas e le parole del ministro Schillaci

Tumore e infarto: gli ospedali migliori d’Italia

La sanità italiana mostra confortanti segnali di ripresa dopo essere uscita con le ossa rotte da quasi tre anni di pandemia Covid-19. La famosa luce in fondo al tunnel si comincia a vedere in numerosi ospedali, anche se la normalità del 2019 è ancora lontana: a dirlo è il Report Pne (Programma Nazionale Esiti) dell'Agenas (Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali).

I numeri delle ospedalizzazioni

Il rapporto prende in esame quanto accaduto nel 2021 quando si è iniziato a registrare un'inversione di tendenza con la ripresa delle ospedalizzazioni (500mila in più rispetto al 2020) ma sempre molto inferiori rispetto alla comparsa del virus: più di un milione in meno rispetto al 2019 ai quali vanno sommati gli 1,7 milioni di ricoveri mancati nel 2020. I dati del ministero della Salute fanno paura se si pensa a quante persone hanno rinunciato, sia volontariamente ma soprattutto per l'intasamento dei reparti a causa del Covid, a ricevere le cure necessarie, da quelle più banali alle malattie più serie.

Gli ospedali premiati

Tumori, interventi sul femore e cure per il cuore, due ospedali sono stati premiati dall'Agenas per essere risultati, nel complesso, quelli con le migliori cure e assistenze sanitarie ai cittadini: sono l'Istituto Humanitas di Rozzano (Milano, privato) e l'Azienda Ospedaliera Umberto I di Ancona (ospedale pubblico). Le due strutture sono le uniche su 227 valutate, come ricorda l'Ansa, ad avere ricevuto il cosiddetto "semaforo verde", la massima valutazione che comprende almeno sei aree cliniche come stabilito dal Pne.

Per quanto riguarda i tumori al seno, invece, quelli che hanno eseguito (o superato) la soglia dei 150 interventi in un anno sono l'Istituto Europeo di Oncologia e l'Istituto Nazionale Tumori di Milano, l'Ospedale Gemelli di Roma e il Careggi di Firenze, il Bellaria di Bologna, lo IOV di Padova, il Centro Humanitas di Misterbianco (Catania), l'Istituto in tecnologie avanzate di Reggio Emilia e, infine, anche le aziende ospedaliere di Pisa e Modena. Tutti questi hanno superato il volume di interventi rispetto ad altre decine di ospedali italiani rimasti sotto quella soglia, definita standard per legge.

I migliori per l'infarto

Secondo i dati pubblicati dall'Agenas, ci sono state anche alcune strutture che, nonostante le criticità della pandemia (e in generale) riescono a gestire volumi più elevati di angioplastica primaria entro 90 minuti dal ricovero: tra i più importanti figurano l'Ospedale del Mare di Napoli, il Tor Vergata di Roma, il Giovanni Paolo II di Sciacca, l'Ospedale Centrale di Bolzano.

"Recuperare ritardi e diseguaglianze"

"In questa fase post-pandemica è necessario rispondere in modo tempestivo ad alcune priorità. Una su tutte è quella delle liste d'attesa, prestazioni che a causa dell'emergenza del Covid non sono state erogate": sono queste le parole di Orazio Schillaci, ministro della Salute, che ha commentato i numeri del Pne. Anche se nel 2021 si sono avuti miglioramenti e una ripresa delle ospedalizzazioni, "i volumi di attività rimangono al di sotto dei livelli pre-pandemici.

Recuperare i ritardi provocati dall'emergenza è una delle priorità del mio incarico e su questo intendo puntare con grande determinazione", ha aggiunto il ministro, che ritiene prioritario superare le differenze territoriali presenti nell'offerta sanitaria.

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