Un "Solitario" e calzature per brillare anche in crisi

In mostra per il Fuorisalone sandali e gioielli sono alcune fra le varie creazioni esposte dall’8 al 14. In passerella alla Fabbrica del Vapore 15 aziende a guida femminile

Un anello in oro di Donata Veronesi Poli chiamato «Solita­rio » perché c’è un omino che si arrampica con fatica e solo, so­letto. Niente diamanti per le donne che vogliono brillare nel­la crisi ma invenzione, allegria, produttività elevata e a basso costo. Sono gli scudi che le arti­giane lombarde imbracciano per uscire da questa morbosa congiuntura e per difendersi dalla concorrenza cinese. Un sandalo fatto di cerniere lampo di Elena Natali per cam­minare senza lacci. «Solitario» e calzatura sono alcuni dei pro­totipi esposti alla mostra «DI Donne vitalità artigiana», in programma alla Fabbrica del Vapore dall’8 al 13 aprile per il Fuorisalone 2014.

Quindici aziende artigiane milanesi e brianzole, capitanate da don­ne, espongono le loro creazioni a cui hanno lavorato quattro de­signer italiane: Terry Dwan, Fe­derica Fulici, Marta Laudani e Barbara Pastor. «Le donne di­mostrano di saper fronteggiare con più tenuta e coraggio il mo­mento di depressione economi­ca » racconta Arianna Fontana, presidente di Donne Impresa Confartigianato Milano Mon­za e Brianza, artigiana a sua vol­ta, autrice del logo: un albero da cui nascono quattro fiori, grandi e rotondi come astri che indicano un altro cielo, lumino­so e positivo. Crisi. La sua radice semantica significa «scelta».

Le donne so­no abituate a pronunciare la pa­rola. Quante volte dicono: «So­no in crisi? » dimostrando di cre­scere in un’acquatica dimen­sione di cambiamento quindi di scelta. Cambiare per il fem­minile significa evolversi, spri­gionare energia, un latte menta­le e mammifero, alimento del mondo. «È quanto vuole espri­mere il simbolo che ho disegna­to­continua Arianna Fontana­ed è per questo concetto che Expo 2015 ci ha concesso il suo patrocinio». Giunta alla quarta edizione «DI Donne vitalità arti­giana » si presenta al Fuorisalo­ne con idee per salvare il made in Italy non solo nelle esporta­zioni tipiche dei grandi brand, ma anche in una produzione in­terna, pensata per italiane e ita­liani, che ha il suo punto di for­za nella sua unicità e nel saper tenere i costi morigerati. Alla fi­ne del 2013 si contavano 17.762 imprenditrici con cariche nel­l’artigianato, con una perdita ri­spetto al 2009 solo dello 0,2%; gli uomini invece hanno regi­strato un calo del 4,6%. Oltre al­la tempra degli oggetti esposti, le quindici artigiane, che lavora­no nel settore abbigliamento, abiti da sposa e tessitura a ma­no ad esempio, nella carpente­ria, nell’arredamento, tende, lenzuola, oggetti in legno, in­tratterrano il pubblico con un calendario di laboratori.

Le uova di struzzo

dipinte da Or­sola Poggi sono state aperte, tra­forate e riempite con piante che escono dai fori, diventando co­sì degli strepitosi portavasi. La vita delle donne è come la natu­ra: spunta rigogliosa dove me­no te l’aspetti.

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