Un solo «autore» per due capitali: da Lubiana a Praga cercando Plecnik

Un solo «autore» per due capitali:  da Lubiana a Praga cercando Plecnik

A chi non ha mai studiato architettura il nome Joze Plecnik (1872 -1957) dice poco o nulla. Ma il turista che visita Ljubljana impara presto a conoscere le opere di questo geniale architetto sloveno, a cominciare dal Triplice Ponte, simbolo della città in cui nacque 140 anni fa. E proprio da qui si può partire per un insolito viaggio di scoperta che dalla capitale della Slovenia arriva fino a Praga, l'altra destinazione mitteleuropea che conserva molti monumenti di quello che fu definito «il primo postmodernista e l'ultimo classicista».
Personaggio eccentrico, ossessionato dai dettagli e alla continua ricerca della perfezione, Plecnik studiò prima a Graz e poi a Vienna nella prestigiosa scuola di Otto Wagner ai tempi della Secessione. Invitato a insegnare alla Scuola di Arti Applicate di Praga, nel 1911 si trasferisce nella capitale ceca. Ma l'impronta che Plecnik ha lasciato alla sua città natale dopo il suo ritorno dall'estero è cosi marcata e indelebile che oggi è considerato un pioniere dell'architettura moderna, geniale proprio perché non perde mai di vista il passato con precisi riferimenti storici, che ripropone però in modo eclettico e non convenzionale. Non a caso costella Ljubljana di obelischi, piramidi, colonne, edicole, ponti, scale: elementi classici d'ispirazione greca e romana insieme a motivi rubati alla tradizione bizantina, egizia, islamica e comunque popolare strappano la città alla sua immagine secessionista e barocca per regalarle un nuovo volto.
Una passeggiata sulle orme dell'architetto organizzata tutti i giorni per piccoli gruppi (7 persone al massimo) dall'ente del turismo (www.visitljubljana.si) permette di scoprire gran parte delle sue opere e di capire la sua importanza nella storia dell'architettura. Il tour guidato inizia in piazza Francoske revolucije dal famoso teatro estivo di Kricanke, quindi passa dallo Zoisov Graben fino alle Mura romane di Mirje, resti dell'antica citta di Emona, ristrutturata dall'architetto in un modo particolare; fino al ponte di Trnovo, un'altra sua opera sfarzosa. In questo quartiere periferico, al numero 4 di Karunova ulica, si può visitare la bella casa-museo che conserva gli ambienti e i ricordi autentici: l'androne (dove venivano ricevuti gli ospiti, mai ammessi in casa), la cucina spoglia, il corridoio, la camera da letto al pianoterra, il minuscolo salotto, le ripide scale per salire il primo piano, lo studio (pieno di carte, libri, progetti e documenti), il giardino d'inverno (dove faceva entrare da una porticina laterale solo i suoi studenti più meritevoli). Si prosegue passando il ponte dei Calzolai e poi quello dei Macellai (pieno di lucchetti dei giovani innamorati) fino al Triplice ponte (Tromostovje) di pietra bianca, due tra i ponti più belli, per arrivare al celebre Mercato coperto, di fronte ad un altro edificio particolare firmato Plecnik, il Peglezen, letteralmente «Ferro da stiro» per via della sua forma stretta e lunga. Ma meritano una deviazione dal percorso anche la Biblioteca Nazionale e il cimitero fuoriporta di Zale. Ultima curiosità: uno dei progetti incompiuti del geniale architetto è il lussuoso e ardito palazzo a forma conica che doveva sorgere sul colle del castello per ospitare il Parlamento sloveno. Il palazzo non fu mai realizzato, ma la sua effige oggi spicca sulla moneta da 10 centesimi slovena.
Seconda tappa del viaggio sulle orme di Plecnik non può che essere la magica Praga, dove nel 1920 fu incaricato dal presidente Tomas Masaryk di ampliare e trasformare il Castello. Tantissimi i progetti a cui lavorò nei successivi vent'anni ridisegnando anche i giardini e i cortili della fortezza impreziosendoli con statue, sculture e importanti monumenti (come l'obelisco che troneggia nella terza corte). Le stesse mura difensive furono trasformate in favolosi giardini con tanto di scalinate, vialetti, gazebo e belvedere. La sua principale abilità sta nell'aver saputo esaltare la natura medioevale del castello rendendolo funzionale alle esigenze moderne. E se oggi il castello di Praga rappresenta molto più di un monumento ed è il cuore vivo della città, un piacevole luogo di ritrovo e una cerniera tra passato e futuro gran parte del merito va proprio all'architetto sloveno «prestato» alla capitale ceca.
Il viaggio sulle orme di Plecnik, oltre che in auto, si può fare in treno o bus.

Ljubjana dista meno di 100 chilometri da Trieste e 650 da Praga. Per il soggiorno si consigliano: a Ljubljana, Grand Hotel Union (www.gh-union.si); a Praga, hotel Questenberck (www.hotelq.cz).
Informazioni sui due Paesi: www.slovenia.info; www.czechtourism.com.

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