Sotto processo per 17 centesimi

Anche per solo 17 centesimi in Italia si celebrano i processi. Come quello che ha visto imputato un pensionato di 65 anni accusato di «furto aggravato ai danni dello Stato». La colpa? Aver approfittato di un idrante aperto per riempire la sua tanica d’acqua. Il giudice lo ha assolto, ma il poveretto si è dovuto sorbire la trafila giudiziaria, conseguente alla denuncia penale. Tutto inizia nel giugno del 2006: ha piovuto pochissimo e l'anziano, che vive tra Garbagnate e Saronno, pensa a come dissetare le sue galline, guardando i bidoni vuoti, dove è solito raccogliere l'acqua piovana. Dalle sue parti le rete idrica non arriva, e non sapendo come fare con una botte di plastica s'incammina alla ricerca di una fontanella. S’imbatte in un idrante aperto e sgocciolante, e, comincia a riempire il contenitore. Ma qualcuno lo vede e avverte la Polizia locale: il pensionato viene denunciato per furto aggravato - in quanto commesso ai danni della comunità - reato per cui la pena prevista varia da uno a sei anni di reclusione.

La società stima il «furto», sulla scorta dei litri d'acqua prelevati, 17 centesimi appena. L'uomo viene comunque rinviato a giudizio. Per fortuna nel dibattimento prevale il buon senso. E, dopo due anni, arriva l'assoluzione.

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