La moda svela il suo lato più intimo. O forse, di epoca in epoca, lo ha sempre fatto. Solo nel 1947, però, i mass media iniziarono a parlare di rivoluzione della biancheria con la sfilata di Marcel Rochas, che fece indossare a una delle sue modelle un corpetto di pizzo nero su una gonnellina di raso bianco. Poi, nel 1949, Elsa Schiapparelli fece un abito ispirato a un busto con reggiseno, realizzandolo in raso nero e lasciando mezzo scoperto il reggiseno ricamato con cristalli. Così, a poco a poco, l'intimo raffinato e ricamato diventò un fenomeno di costume, basti pensare alle dive degli anni '60, da Elizabeth Taylor in La gatta sul tetto che scotta, a Sophia Loren in La miliardaria e Shirley Eaton in 007 Goldfinger. Da allora sono passati oltre 50 anni, Jean-Paul Gaultier ha fatto del reggiseno-corsetto, disegnato nel 1990 per Madonna, un must delle sue collezioni e ultimamente maison come Fendi, Valentino e Dior hanno fatto sfilare, su red carpet e passerelle, un'ode al vedo tutto. Non si tratta di esibizionismo, né tanto meno di mettere in soffitta il bon ton, o almeno così sembra, ma di porre in scena capi super preziosi che per anni sono rimasti celati sotto i vestiti e chiusi in camera da letto. Sottovesti, reggiseni e body, dunque, appaiono sempre di più sotto abiti trasparenti, per rendere più belle, sensuali, forti e intraprendenti tutte le donne. La sottoveste, promossa a minidress e accompagnata da trucco e parrucco curati e da pochi accessori di gusto (mules, pochette, maxi cerchi come orecchini), è perfetta per una romantica serata al chiaro di luna. Il body, altro capo tornato di gran moda, è, invece, ideale sopra i jeans a vita alta, i pantaloni palazzo e gli shorts, mentre il reggiseno si fa ricercato nei tessuti, nei tagli, nei ricami, nei colori e nelle ispirazioni (spesso anni '50), tanto che sarebbe un peccato nasconderlo. Eccolo, allora, sotto le camicie di seta, gli abiti di mussola e le bluse in chiffon. O, per le più disinvolte, come ha suggerito Prada, sopra maglia o camicia, come fosse un gilè. Poi ci sono bralette, top a balconcino e corsetti cropped, dai più minimal, di derivazione sportiva, a quelli sontuosi e micro che scoprono l'ombelico, da portare da soli con una gonna o un pantalone (solo le giovanissime) o sotto un kimono o una giacca, magari del pigiama. Sì, perché anche questo è un tema caldo di stagione: uscire di casa con un pigiama, ispirandosi alla coraggiosa Coco Chanel che, negli anni '30, iniziò a indossare la versione maschile di seta (o di velluto) per le strade. Francesca Ruffini ha trasformato la sua passione per questo capo in un marchio, F.R.S., che privilegia il comfort e l'eleganza di una forma senza tempo, ora trasformata in tante versioni che esaltano la femminilità con discrezione e classe. Ma torniamo all'intimo, anche se non più così tanto.
Anche se ci sembra essere ripiombati nella Belle Epoque, quando lo scoprire la biancheria durante il finale del Can Can era la provocazione massima. D'altronde, chi non vorrebbe essere dipinta da Degas, Manet e Schiele, come la ragazza del 1911?
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