"Fra depressione e amore vi racconto cos'è la vita. Tragica e anche comica"

Al Pacino protagonista a Venezia con due pellicole. In una è un attore in crisi, nell'altra un fabbro innamorato

Al Pacino e Lucila Sola a Venezia
Al Pacino e Lucila Sola a Venezia

nostro inviato a Venezia

Lo star system starà pure evolvendo e il ricambio dei divi sarà più rapido di un tempo, ma quando al Lido arriva Al Pacino ti accorgi che la generazione dei vecchi leoni tiene banco alla grande. Occhiali a specchio, total black e capello corto, Pacino è stato generoso, istrionico, persino umile - «sto parlando troppo», «mi scuso, è stata una risposta lunga» - a differenza di certi nostri attori che se la tirano da intellettuali. Presente al Lido con due film, ieri è stata dunque la giornata dell'attore di Profumo di donna , Donnie Brasco e Ogni maledetta domenica , tanto per pescare a caso nel mucchio. In The Humbling («L'umiliazione»), fuori concorso, tratto dal romanzo di Philip Roth, ha i capelli scompigliati di un attore di teatro che fa i conti con i primi segnali di vecchiaia e con la difficoltà a ricordare le battute. Ma soprattutto con la solitudine di una vita senza affetti perché ha preferito puntare tutto su quella professione così gratificante. E quando spunta dal nulla la figlia lesbica di una ex collega, trova momentanea consolazione in una complicata relazione sentimentale, finché... Anche in Manglehorn , in concorso, è una figura solitaria e piena di rimpianti. Capello all'indietro e orecchino al lobo, questo fabbro di provincia scrive struggenti lettere, puntualmente respinte, a Clara, l'amore che ancora molti decenni dopo si pente di aver trascurato.

Ci sono molte similitudini tra i suoi due personaggi...

«È vero. Ci sono aspetti simili, la solitudine, il passato che riemerge, la ricerca dell'amore».

Che cosa le è piaciuto del libro di Roth?

«Mi ha subito affascinato. Il ruolo dell'attore è qualcosa che conosco. Ce ne sono stati tanti, di film sugli attori. Ho mandato il libro a Barry Levinson che l'ha letto e trasformato per il film. Mi è piaciuto il fatto che la storia contenga sia la tragedia che la commedia, come nella vita. Abbiamo girato tutto in una ventina di giorni mentre avevamo altri impegni, dandoci appuntamenti a distanza. Così lui aveva il tempo di rivedere le riprese e decidere che cosa girare ancora. Non abbiamo fatto molte ripetizioni perché ci eravamo preparati bene».

Lei ha mai pensato di ritirarsi?

«Ci ho pensato anche stamattina, ma poi vi ho visti e ho cambiato idea. Scherzo, mi reputo fortunato perché faccio il lavoro che amo di più. Per gli attori è una tentazione possibile. Quando reciti a teatro ci può essere il logorio della ripetizione. Comunque no, l'aereo della mia carriera non sta ancora atterrando».

Entrambi i suoi personaggi vivono di rimpianti e sfiorano la depressione. Si è mai sentito depresso?

«Fortunatamente non posso dire di essere depresso, o almeno non ne sono consapevole. Certo, la vita è quella che è. E ci sono cose che mi rendono triste. Ma depressione è un termine sinistro, non mi piace usarlo. Comunque, non lo so, ci devo riflettere. Ho tre figli che sono stati una fonte d'illuminazione come molte persone che ho incontrato e che hanno contribuito al fantastico viaggio che ho fatto finora».

Lei si è formato all'Actors Studio di New York. Che confronto fa con Hollywood?

«È ancora un posto di sperimentazione notevole dopo tanti decenni. Quando c'ero io potevi sperimentare il tuo talento, gratis. Ti davano anche le scarpe. Poi c'era anche la James Dean Foundation che ci ospitava. Non potevo permettermi neppure un affitto di 50 dollari. Di Hollywood non ho molto da dire. Un film è un film e basta. Le cose sono cambiate perché l'economia è cambiata, la vita è cambiata. Non possono più permettersi di fare film come faceva Orson Welles».

Il fabbro Manglehorn si definisce «un uomo rabbioso», ma è molto tenero con il suo gatto che lenisce la solitudine. Come mai questa scelta?

«Il regista David Gordon Green è stato geniale a mettermi vicino un gatto.

Amo molto gli animali, ho cani e gatti e questo ha aiutato il mio personaggio. Manglehorn cerca di riconnettersi con gli altri, il figlio e la nipotina, soprattutto con la donna che ha tanto amato. Ma alla fine decide di lasciare andare il suo passato...».

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