Andreas, ballerino testardo: "Ho battuto il mio destino"

A vent'anni ha vinto "Amici" al terzo tentativo dopo un grave infortunio e un'adolescenza difficile

Andreas, ballerino testardo: "Ho battuto il mio destino"

Da Roma

Alla fine c'è qualcosa di cinematografico nella vittoria di Andreas Muller, quasi 21 anni, trionfatore assoluto ad Amici undici anni dopo un altro ballerino (era Ivan D'Andrea). Bel viso mediterraneo, bel fisico scolpito, bella storia da scrivere. Neorealismo 2.0, chiamatelo così se vi pare.

«Ma lo vuoi capire che hai vinto?» gli ha detto Maria De Filippi appena dopo che il «telewebvoto» (si votava non solo con il telefono ma anche con le app e i social) lo aveva consacrato e lui era precipitato di stucco a terra senza intenzione di rialzarsi. Dopotutto l'ha fatto così tante volte quando il gioco era più duro che stavolta gli sono bastati pochi secondi per riprendersi e tirar su la coppa con la rabbia liberatoria di un atleta che vince quando nessuno ci credeva. Quasi tutti pensavano a Riccardo detto Riki, il cantante già in testa alle classifiche a bordo di buone intuizioni compositive, oppure all'efebico Sebastiàn (con l'accento sulla a), uno che ha un corpo che canta ma forse è ancora acerbo e comunque si porta a casa la collaborazione con Eleonora Abbagnato che vale una laurea. Pochi, a dirla tutta, puntavano su Federica, la quarta del poker di finalisti, bella voce non sorprendente che però ha una buona squadra e pure margini di crescita.

Ma a far la differenza in una finale più focalizzata sulle sfide che sugli ospiti (Geppy Cucciari, Giorgio Panariello e Roberto Saviano) è stata la marcia da gregario di Andreas, prima concentratissimo poi incredulo. Potete trovare la sua biografia anche sul sito della precedente edizione di Amici perché, ebbene sì, lui è quel ballerino che poco prima di entrare al serale, si è infortunato al gomito e ha dovuto dire bye bye alla gara. Lussazione di quinto grado con tendini scardinati, praticamente una condanna. L'anno prima gli era andata ancor peggio: aveva provato a entrare nella scuola ma non aveva superato le prove.

Stavolta, al terzo tentativo, è arrivato fino in fondo perché, come ha detto sussurrando a notte inoltrata, «non ho mai lasciato nulla in sospeso». Famiglia di emigranti, Andreas è nato a Singen, nella Germania che confina con la Svizzera, e poi si è trasferito a Fabriano in provincia di Ancona. Il tipico percorso inverso dei «new italians» che imparano presto a sopravvivere, sono moderni ma rimangono legati alla tradizione. Non a caso sua nonna Maria, un donnone calabrese che ha ispirato simpatia al primo colpo, è stata una delle protagoniste della finale grazie ai collegamenti da casa e alla sua ostinata richiesta al nipote (che si giocava la vittoria) «di dare un bacino a Maria». Un tormentone che in studio, ma anche sui social, ha scatenato le più affettuose ironie. C'è un po' anche il suo zampino in questa vittoria, perché ha aiutato Andreas a mostrarsi a tutto tondo, con il talento, l'ostinazione e gli accenti folcloristici che sono pure uno dei nostri biglietti iconici da visita nel mondo.

Forse anche pensando a questo, Maria De Filippi ha raccontato dopo la finale benedetta dagli ascolti (28,55 di share, 30,5 sul target commerciale, con 4 milioni e 822mila spettatori) di sognare una sorta di Amici senza frontiere con concorrenti anche inglesi, spagnoli e francesi. «Mi piacerebbe fare un casting internazionale ma per ora è soltanto un'idea che i miei collaboratori hanno accolto con qualche obiezione, a partire dalle barriere linguistiche», ha spiegato lei dopo aver elogiato la giurata Eleonora Abbagnato e focalizzato il cambiamento di Amici in questi sedici anni: «All'inizio mai avrei pensato che i cantanti potessero arrivare con le proprie basi autoprodotte». E pochi avrebbero potuto pensare a una vittoria assoluta arrivata al terzo tentativo, per di più di un ballerino. «La dedico a mio fratello perché, se non mi avesse convinto lui a ballare, forse ora sarei in una squadra di calcetto», ha detto rivelando qualcosa che pochi sapevano: «È invalido». Forse ha avuto una meningite, ma tutto rimane riservato. Nonostante sia l'epoca più esibizionista di sempre, questo dettaglio è stato svelato soltanto a tempo scaduto.

Nel frattempo la sofferenza, proprio come ha insegnato il neorealismo, è stata uno dei carburanti per il successo forse più romanzesco delle ultime edizioni del talent show. Roba da film di Pietro Germi o Vittorio De Sica.

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