Un attore gentiluomo specializzato in cattivoni (da Dracula a Saruman)

Ha interpretato una galleria di mostri e fu un magnete per il pubblico. La sua vita? Un'avventura da romanzo

Un attore gentiluomo specializzato in cattivoni (da Dracula a Saruman)

La leggenda inglese del grande schermo Christopher Lee è morto domenica alle 8,30 nell'ospedale londinese Chelsea and Westminister Hospital. Celebre nei ruoli del Conte Dracula, fra i volti de Il Signore degli Anelli e Guerre Stellari , l'attore soffriva di problemi respiratoi che si erano aggravati nelle ultime tre settimane. Lee si è spento a 93 anni per un arresto cardiaco. Era nato a Londra nel 1922. La moglie dell'attore avrebbe deciso solo ieri di rendere pubblica la notizia. Nella sua lunga carriera, iniziata negli anni Quaranta, Lee ha interpretato principalmente ruoli da «cattivo», ottenendo successo a livello globale nei panni del Conte Dracula in una serie di film della Hammer Film Productions

Riposa in pace, Saruman. Il Signore degli Anelli, sir Christopher Frank Carandini Lee, è morto domenica vicino ai giardini di Kensington, a Londra, dov'era ricoverato al Chelsea and Westminster Hospital per problemi respiratori. A novantatrè anni era una leggenda vivente, in quanto unico attore della sua generazione che avesse recitato in un'impressionante quantità di ruoli: Frankenstein, Dracula, La Mummia, Dottor Jekyll e Mister Hyde, Fu-Manchu e Sherlock Holmes. Dal conte Dracula assetato di sangue, ai numerosi villains incarnati in modo incisivo - si pensi al notevole Francisco Saramanga nel film di James Bond Agente 007 - L'uomo dalla pistola d'oro (1974) e al Conte Dooku di Guerre Stellari: Episodio II - L'attacco dei cloni (2002) di George Lucas -, fino al mostro titolare de La mummia (1959), Lee è sempre entrato nella galleria degli orrori, per uscirne vincente. Un magnete per il pubblico, che fino all'ultimo l'ha premiato al box-office: ogni suo film ha fatto guadagnare almeno 8 bilioni di dollari. L'aria altera da gentleman, perfetta per le atmosfere macabre di cui fu maestro, gli veniva dalla madre, la contessa Estelle Maria Carandini di Sarzano, discendente di Carlo Magno, che come tante nobildonne del Novecento perse la testa per un soldato inglese, Geoffrey Trollope Lee. Ma il prepotente gene italiano di Christopher, nato a Londra il 27 maggio 1922, ha prevalso: per parte della bisnonna materna, la cantante d'opera Maria Carandini, gli è arrivato fin da giovane un desiderio di cantare, che l'anno scorso l'ha portato a incidere una versione heavy metal di My Way , ovvero del più classico Frank Sinatra,rivisitato dalla band tricolore Rhapsody of Fire . «Penso che recitare sia una mistura d'istinto, immaginazione e inventiva. Tutto ciò che puoi imparare, come attore, è la tecnica di base», ripeteva.

Nel mondo si aggirano molti vampiri, specialmente oggi, ma quanti hanno avuto il senso del business di sir Lee? Non a caso è stato il più raffinato Conte Dracula di sempre, a partire dal 1958, quando i suo lunghi canini intrisi di sangue, gli occhi rossi come la mantella di seta, lo resero iconico. Una star amata anche dalle ultime generazioni, fan delle saghe globali, delle trilogie e delle cine-bizzarrie di Tim Burton, che ha incluso Christopher nei fantasy La fabbrica di cioccolato e Il mistero di Sleepy Hollow .

La sua carriera era cominciata nel 1947,col film gotico di Terence Young Il mistero degli specchi , ma soltanto nel 1958 arrivò la consacrazione a celebrità internazionale, quando, antagonista di Sir Peter Cushing nei pani di Van Helsing, cominciò a succhiare sangue dal lungo collo bianco di Veronica Carlson. I due, buoni amici anche fuori dal set, avrebbero girato una ventina di film: fino al 1976, altri Dracula della Hammer Horror seguirono a quel film capofila dell'horror più tetro, tra unghie adunche e castelli sinistri. Eppure l'attore nel 2011 confessò al Telegraph di non poterne più: «Per favore, non descrivetemi coma “la leggenda dell'horror”. Sto cercando di liberarmene», disse.

L'occasione di farla finita col vampiro, arrivò con Ian Fleming: il creatore di James Bond era, infatti, suo cugino. L'uomo con la pistola d'oro (1974) lo trasfornò in Saramanga, sguardo d'acciaio e anello da boss al mignolo, contrastato da Roger Moore. «Odio essere un idolo. Come diceva il caro Boris Karloff, quando morirò voglio farlo con gli stivali ai piedi», scherzava. Ci teneva alla sua autonomia e un'indomita vitalità gli ha fatto firmare, prima del ricovero, un contratto per The 11th , dramma da girarsi a novembre con Uma Thurman, ambientato nelle ore precedenti l'attacco alle Torri Gemelle.

Soltanto uno sfizio non è riuscito a togliersi: lavorare con Clint Eastwood. Nonostante i duecentocinquanta titoli della sua filmografia, il suo lavoro più amato restava Jinnah (1998), dov'era il fondatore del Pakistan moderno, Muhammad Ali Jinnah. «È il ruolo più importante che abbia mai interpretato: le responsabilità sulle mie spalle erano immense», ha spiegato. Con la sprezzatura degli aristocratici veri, Christopher Lee aveva un tratto di modestia che lo faceva tacere sui suoi meriti di membro delle SAS, durante la Seconda Guerra mondiale. «Sono stato arruolato, ma ci era proibito parlarne. Diciamo che ero nelle Forze Speciali,che volavo con la RAF e lasciamo perdere», tagliava corto. Dall'alto del suo metro e novantacinque è entrato nel Guinness dei primati non solo per la longevità artistica, ma anche come il più vecchio cantante «metal».

E speciale, Christopher Lee è stato anche nella vita privata: il suo matrimonio con Birgit,sposata nel 1961, è durato quasi mezzo secolo. A chi gli chiedeva il segreto d'un matrimonio così duraturo, rispondeva: "Sposa qualcuno che sia meraviglioso".

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