Gli ultimi, in ordine di tempo, sono quelli contenuti in Minions 2 - Come Gru diventa Cattivissimo. Si chiamano bloopers e non sono altro che errori sfuggiti sia al regista, sia alla produzione e finiti nelle pellicole, e in sala. Alcuni, davvero clamorosi, diventati famosi. Tornando al nuovo cartone, è ambientato nel 1976, ma i Minions qui vengono addestrati al Kung Fu ballando al ritmo di Funky Town di Lipps Inc.; canzone che fu pubblicata solo nel 1980. Stesso motivo per il quale i gialli protagonisti non potrebbero salutare, come fanno, con quello di Incontri ravvicinati del terzo tipo, visto che il film uscì nel 1977. A volte sono distrazioni, ma il pubblico attento le evidenzia e le raccoglie. Come il sito Wired che ne ha elencati diversi. A partire dagli occhiali indossati da Jamie Foxx in Django Unchained, usciti negli Usa dopo il 1929; peccato che il lungometraggio sia ambientato nel 1858.
Ad esempio, in Ritorno al futuro, Marty McFly si esibisce con una Gibson ES-345 del 1958. Impossibile, visto che l'anno in cui si svolge il ballo dei genitori è il 1955. Un po' come in Forrest Gump, dove il personaggio di Tom Hanks investe, nel 1975, nella Apple. Forse con la macchina del tempo, considerando che l'azienda venne quotata in Borsa solo nel 1980. E che dire di Titanic dove Rose, dopo aver preso da un teca con fatica l'accetta per liberare Jack, vede il vetro miracolosamente autoripararsi nella scena successiva. Che è solo uno dei 254 errori presenti nel film diretto da Cameron. Tra i più clamorosi, quello in cui Jack racconta di quando pesca nel lago artificiale di Wissota. La stranezza? Che è stato realizzato cinque anni dopo la morte del protagonista.
Che poi, di miracoli se ne vedono diversi, nella settima arte. Come in Pulp Fiction, dove i buchi dei proiettili sparati contro Jules e Vincent sono già presenti sul muro prima della sparatoria. Del resto, sempre nello stesso film Vincent rianima Mia facendo un marchio rosso sullo sterno della Thurman; che però scompare quando subito dopo infila la siringa con l'adrenalina. Virale è anche la testata che dà uno Stormtrooper in Guerre Stellari contro un portellone troppo alto; scena che non è mai stata tagliata, finendo in sala. Del resto, se vi siete chiesti come facessero le bighe del Gladiatore a filare così veloci, la risposta la si vede direttamente nel film: c'è una inquadratura che mostra, nel retro, una bombola di gas.
Anche Mel Gibson non è stato esente dai bloopers. In Braveheart, ad esempio, si vede un van bianco, decisamente fuori epoca. E nello stesso film, che fine ha fatto il cibo con cui il protagonista viene colpito e poi miracolosamente sparito da abiti e capelli? Allo stomaco non si comanda. Chiedetelo a Julia Roberts che in Pretty Woman, un attimo prima sta mangiando una brioche e un istante dopo si ritrova un pancake tra le mani. Chi si è accorto, invece, che in Il mago di Oz Judy Garland si è dimenticata per un momento le iconiche scarpette rosse, indossandone un paio nere nella scena con gli alberi di mele?
Che poi uno sta a diventare matto con i vestiti e poi vede che in The Avengers, il mitico Capitan America un attimo prima ha il costume lacerato sul fianco, mentre nella scena successiva l'outfit è ritornato intonso. È la stampa, bellezza, come quella che, nel film Il cavaliere oscuro, su «The Gotham Times», titola «hiest» al posto del corretto «heist» (rapina). Supereroina è anche la cameriera di Grease che riesce a spegnere la luce col gomito, ma appoggiandolo ben sotto l'interruttore. Neanche fosse Fonzie. Un po' come Patrick Swayze che in Dirty Dancing, guida una macchina con il cambio in folle, ferma nel parcheggio.
A volte, la troupe sente il bisogno di esserci anche in scena. Come in Qualcuno volò sul nido del cuculo, dove, durante una partita di pallacanestro, si intravede in scena, o in Bad Boys, dove durante un combattimento si vede un cameraman in primo piano. Lo stesso succede in Braveheart, con un membro della troupe ripreso con tanto di cappellino da baseball in testa. Mai come quello che nella scena finale di Pirati dei Caraibi - La maledizione della prima luna compare con tanto di cappello da cowboy. La magia del cinema. Come quella che fa scomparire, da una scena all'altra, le manette di Pipino ne Il Signore degli Anelli - Le due torri. Anche i grandi sbagliano. In La vita è meravigliosa, ad esempio, Capra non si accorge che un personaggio finisce due volte in piscina. Un tipo decisamente pulito. Così come saranno fischiate le orecchie a quella comparsa di Quantum of Solace che pulisce un pavimento, ma senza che la scopa ne tocchi la superficie.
E questi sono solo alcuni errori delle migliaia che si trovano nelle pellicole di tutto il mondo. Diverso è il discorso della casualità. Ovvero di scene diventate mitiche, ma che non erano previste così nella sceneggiatura.
Ad esempio, in Rocky, la famosa scena nella quale Stallone corre attraverso il mercato e si vede lanciare un'arancia, non era scritta così. Si trattava di persone normali, riprese senza sapere di essere su un set. Così come casuale è la scena de Il Padrino nella quale Marlon Brando, alias Vito Corleone, dà ordini accarezzando un gatto. Che non era previsto, ma semplicemente il felino si era intrufolato durante la scena, diventandone protagonista. Complimenti, invece, a Leonardo DiCaprio che in Django Unchained si è tagliato durante una scena, ma ha continuato a recitare sanguinando.
Così come non era nel copione che un pezzo di glassa della maschera facciale indossata da Robin Williams in Mrs. Doubtfire dovesse staccarsi per il calore, finendo nel tè. Bravissimo Williams a improvvisare, inventandosi la battuta: «Ecco, ora ha il suo zucchero e anche la sua panna». La magia del cinema, è anche questa.
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