Era un ingegnere della Nasa, l’uomo dalla doppia vita, che ispirò il film L’Esorcista

Per molti anni ci sono state varie storie su cosa abbia ispirato lo scrittore dell'Esorcista William Peter Blatty. Ora è stata svelata la verità che parte da un'ingegnere della Nasa

Era un ingegnere della Nasa, l’uomo dalla doppia vita, che ispirò il film L’Esorcista

Sono tante le storie che girano intorno al film L’Esorcista, ancora oggi una delle più terrificanti e sconvolgenti pellicole horror di tutti i tempi. L’ultima che si racconta potrebbe, ma in questi casi il condizionale è d’obbligo, essere la più accreditata. È quella di un ingegnere della Nasa Ronald Edwin Hunkeler che brevettò una speciale tecnologia per rendere i pannelli dello space shuttle resistenti al calore estremo. La scoperta aiutò la spedizione Apollo negli anni ’60, e portò per la prima volta gli astronauti sulla luna.

Quella vita fatta di grandi successi professionali, ne nascondeva però un’altra che Hunkeler cercava di tenere il più possibile segreta. Era infatti lui l’uomo, o meglio il ragazzo, che molti anni prima aveva ispirato il film L’Esorcista, essendo stato posseduto e esorcizzato dal demonio quando nel 1949 era appena un adolescente di 14 anni. La sua storia fu tenuta segreta per decenni, usando nomi di fantasia come Roland Doe o Robbie Mannheim per non farlo riconoscere. Era però molto noto tra la comunità dei gesuiti, vicina ai sacerdoti che gli avevano praticato gli esorcismi. Solo più tardi negli anni ’70, alcuni accademici e una ristretta cerchia di giornalisti, erano venuti a conoscenza di quello che era successo, senza però mai riuscire a scoprire la sua vera identità.

Nonostante questo, Ronald ha vissuto tutta la sua vita terrorizzato dall’idea che il suo passato oscuro potesse venire a galla. Cosa questa che successa solo dopo la sua morte, quando venne pubblicato un articolo su The Skeptical Inquirer: The Magazine for Science and Reason, una rivista scientifica di New York, specializzata in fenomeni paranormali. L’articolo passato inosservato ai più, venne invece letto da un cosiddetto indagatore dell’ignoto JD Sword che stava cercando notizie sull’Esorcista, per realizzare un podcast dal titolo: Il diavolo nei dettagli.

Scoprì in questo modo che sia il libro del 1971 scritto da William Peter Blatty, che il conseguente film del 1973, erano stati realizzati perché lo scrittore era venuto a conoscenza, mentre era uno studente alla Georgetown University, di una possessione demoniaca di un ragazzo nel 1949, che fu poi salvato attraverso una serie di esorcismi. A rivelarglielo fu il suo professore Eugene Gallagher, sacerdote nel collegio dei gesuiti.

La storia della possessione iniziata a 14 anni

L’articolo continuava poi raccontando la storia di Ronald. Nato nel 1935 e cresciuto in una famiglia della middle class a Cottage City, capì che c’era qualcosa che in lui non andava, quando a 14 anni sentì il rumore di quelli che sembravano graffi e forti colpi, provenire dalle pareti della sua camera. Alcuni oggetti volavano per la stanza e il letto si muoveva senza che nessuno lo toccasse. Sword leggendo l'articolo da esperto in materia, capì subito che si trattava di un fenomeno di poltergeist.

Nel marzo del 1949 il reverendo di Cottage City Luther Schulze, scrisse al laboratorio di parapsicologia della Duke University descrivendo quello che stava succedendo nella famiglia Hunkeler con il loro figlio adolescente: “Le sedie si muovono fino a farlo cadere quando Ronald è sopra, e la stessa cosa succede con letto ogni volta che cerca di stendersi. In casa i tavoli si rovesciano e i pavimenti hanno segni di graffi procurati da pesanti mobili che si spostano da soli. L’immagine di Gesù appesa al muro comincia ad ondeggiare quando il ragazzo è nella vicinanze. Ho consigliato analisi approfondite anche mediche”.

Ronald venne così sottoposto a tutta una serie di test medici e psicologici da cui però, non risultò nulla di anormale. La sua famiglia quindi pensò di rivolgersi ad alcune figure religiose che potessero aiutarli. “Erano luterani - raccontò in seguito il regista del film L’Esorcista - William Friedkin a Entertainment Weekly nel 2012 - E attraversarono tutte le fasi riportate poi fedelmente nel film. Chiesero aiuto a medici e lo portarono in varie cliniche per poi tornare dal loro pastore luterano Luther Schulze, che gli consiglio di rivolgersi ad un prete”.

Fu così che arrivarono al reverendo William Bowdern che faceva parte di un piccolo gruppo di gesuiti che per tre mesi praticarono più di 20 esorcismi sul ragazzo, riportando fedelmente cosa succedeva su un diario. “R.- scrive il reverendo non rivelando il nome del ragazzo - sembra in trance mentre il materasso dove è steso trema, e si sentono forti rumori provenire dalle pareti, come ci fossero soldati in marcia. La reliquia di S. Margherita è caduta a terra, ma nessuno ha aperto la spilla da balia con cui l’avevamo appuntata sul suo petto”. Fallito anche questo tentativo, l’unica soluzione possibile era quella di portare il ragazzo a St. Louis, per trovare qualcuno che potesse curarlo da quella possessione.

La zia che gli aveva insegnato a invocare gli spiriti

La scelta di St. Louis nasceva dal fatto che era la città dove aveva abitato Tillie, la zia del ragazzo da poco defunta, che faceva sedute spiritiche, e aveva insegnato a Ronald ad usare una tavola Ouija, per comunicare con il mondo degli spiriti. "Sembrava che la forza che aveva preso possesso del ragazzo, mostrasse la profonda volontà di farlo arrivare proprio lì. - si legge ancora nel diario - Sul costato del ragazzo appare incisa sulla pelle la parola 'Louis' ed in seguito su un fianco la parola 'sabato', il giorno in cui avevano deciso di partire. Sul petto la scritta ‘3 settimane e mezzo', il tempo che avevano deciso di rimanere in quella città".

Il 21 marzo Hunkeler fu ricoverato nell'ospedale dei fratelli Alexian a St. Louis, dove le sue violente convulsioni arrivarono a rompere il naso ad un prete venuto a trovarlo. Ad aprile, secondo quanto inciso sul podcast da Sword, Ronald dichiarò di essere guarito, dopo aver avuto la visione di San Michele che impugnava una spada fiammeggiante. La notizia di questo esorcismo che aveva liberato il ragazzo, venne ripresa dal giornalista Bill Brinkley sul Washington Post. Anche in quel caso non uscì il nome del ragazzo, che venne identificato sempre come R. “Quando i sacerdoti gesuiti ordinario al diavolo di uscire dal corpo del ragazzo - scrisse il giornalista - lui ha cominciato ad urlare e a imprecare parlando in latino, una lingua che non conosceva”.

Da quel momento in poi Hunkeler ritornò nell’anonimato della sua vita, dove in realtà non era mai uscito almeno con il nome. Diventò ingegnere alla Nasa, si sposò e dal matrimonio nacquero tre figli, due femmine e un maschio. A parte la brillante carriera però, fu tutt’altro che felice. Si separò e i figli vennero allontanati da lui, tanto che quando morì neanche parteciparono al funerale. A dare la notizia della sua scomparsa a 86 anni, fu la nuova compagna dall’uomo. Ma proprio in quel momento avvenne il colpo di scena.

Dopo la sua morte il suo nome fu rivelato e Sword che poi realizzò il podcast su questa storia, contattò l’autore Mark Opsasnick che nel 2016 fu uno dei primi a raccontarla sul suo libro: The Real Story Behind the Exorcist: A Study of the Haunted Boy and Other True-Life Horror Legends from Around the Nation's Capital. Lo scrittore mise in discussione tutti gli eventi, concludendo che Hunkeler era semplicemente un ragazzo viziato in cerca di attenzioni.

A questa pubblicazione ne seguì un’altra nel 2018 dal titolo: La possessione diabolica e il caso dietro l'esorcista: una panoramica della ricerca scientifica con interviste a testimoni ed esperti, scritta da Sergio Rueda che raccontava ciò che le era stato rivelato da un amico di famiglia di Hunkeler, e che confermava sostanzialmente le teorie su una modalità malata del ragazzo di cercare attenzioni. Il libro conteneva anche altre testimonianze di amici di Ronald a cui il ragazzo aveva rivelato di non essere mai stato posseduto, e di avere inventato tutto.

Tuttavia in questa storia c’è un unico particolare che non torna, e non si riesce tutt’ora a spiegare. Poco prima che Hunkeler morisse, racconta la sua compagna, si era presentato nella loro casa un prete sconosciuto per dare all’uomo l’estrema unzione. Nessuno però lo aveva chiamato né sapeva che l’uomo era in fin di vita: “Non so come abbia fatto a saperlo. L’importante però è che ora sia in paradiso”.

Il libro L’esorcista, da cui da quando raccontato è ispirato alla storia di Ronald, ha venduto fino ad ora più di 13 milioni di copie solo negli Stati Uniti. Il film oltre ad essere un cult è stato inoltre il primo horror ad aver vinto un Oscar e un Golden Globe.

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