Un Festival per i doppiatori

Quindici Oscar premieranno a Roma i migliori doppiatori dell’anno. Al teatro Seraphicum sketch, canzoni, video e collegamenti con una giuria di giganti del settore e una missione: raccogliere fondi per l’oncologia pediatrica. Guarda il video

Un Festival per i doppiatori

È un'arte italiana, una frontiera della lingua, una cultura vera. La voce è una scultura da scolpire per rendere la bellezza dei sentimenti. Le voci del cinema in particolare, i doppiatori o per meglio dire i doppiaAttori, perché per rendere l'anima degli eroi di celluloide non basta un bel timbro, ci vuole recitazione, talento soprattutto, passione sempre. Sono la rovina del cinema, dice qualcuno, un'abitudine sorpassata dalla globalizzazione, l'inglese che i ragazzi non hanno imparato, come se al cinema si andasse per imparare le lingue (ma per quello non c'è la scuola?...) e non per vivere un'emozione; come se il doppiaggio non avesse insegnato a parlare italiano a un popolo che parlava solo in dialetto; come se l'italiano, quarta lingua più studiata nel mondo, fosse una lingua morta; come se ci fosse bisogno di una lingua unica per tutti i messaggi del mondo e non un messaggio unico che parla in tutte le lingue del mondo. Anche per questo, per celebrare un'arte italiana, è nato un docufilm americano «It's better in italian», prodotto dal crossfounding, anche per questo è appena nato il festival delle Voci d'attore a cui Roma, capitale del cinema, farà da culla.

Il Festival delle Voci d'attore, che avrà il suo battesimo il 29 novembre, al Teatro Seraphicum, è il quarto premio che nasce per celebrare i protagonisti e gli interpreti del doppiaggio italiano. Il più antico è il Leggio d'Oro, il più continuo è stato per anni Voci nell'Ombra, all'inizio di dicembre tornerà anche il Gran Premio internazionale del Doppiaggio. Voci d'attore nasce con un orizzonte, quello di esserci negli anni, non una parentesi come tante. E con una missione ben precisa: sposare l'arte alla solidarietà. Quest'anno saranno raccolti fondi per l'Unità di Oncologia Pediatrica del Policlinico Umberto I di Roma. Una voce per chi soffre.

Quindici premi, come gli Oscar hollywodiani, dalla miglior interpretazione maschile a quella femminile, dal cinema alle tv, ma anche dialoghisti, fonici, assistenti, ombre nel mondo delle ombre, ma preziosi come un brillante. La giuria è una sfilata di giganti, dieci maestri: Mario Cordova (interprete vocale di Richard Gere e Jeremy Irons), Marco Mete (che è stato tra gli altri il cartoon Roger Rabbit), Giuppy Izzo (Rachel Weisz, ma anche Renee Zellweger-Bridget Jones), Fabrizio Pucci (Hugh Jackman di X-men), Sandro Acerbo (Brad Pitt e Machael J. Fox di Ritorno al futuro), Marco Guadagno (Matthew Broderick e Giovanni Ribisi), Claudia Razzi (Daryl Hannah e Meg Ryan), Massimo Rossi (Sean Penn di Bad Boys e Kiefer Sutherland nella serie tv 24), Carlo Cosolo (Oliver Platt e Dennis Quaid) Anton Giulio Castagna.

A condurre la serata saranno Christian Vitelli, già inventore del primo Gran gala del doppiaggio a Romics, e Monica Ward, doppiatrice anche lei, figlia di una grande dinastia del doppiaggio, con la partecipazione straordinaria di Massimo Lopez e la regia di Daniele Barillà. Ci saranno video, sketch, cabaret, canzoni. Uno spettacolo vero e proprio.

E la collaborazione del Tempio di Bacco, storico locale a due passi da via Veneto. C'è molto in questo premio neonato soprattutto l'entusiasmo e la passione dei ragazzi che ci hanno lavorato, che sono tanti, e che sono una bella voce anche loro. La voce della speranza in un domani migliore...

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica