Il film del weekend: "Colpa delle stelle"

La storia d'amore tra due adolescenti alle prese con la malattia in un film che, tra sorrisi e lacrime, celebra la vita

Il film del weekend: "Colpa delle stelle"

Essendo tratto da un best-seller per adolescenti e avendo gli stessi produttori della saga "Twilight", pensare che "Colpa delle stelle" sia un film riservato ai teenager parrebbe legittimo; invece è fuorviante e penalizzante, perché si tratta in realtà di una pellicola in grado di emozionare un pubblico ben più trasversale. La storia è delle più tragiche ed ha per protagonista il noto binomio amore-morte che accomuna capolavori come "Romeo e Giulietta" a cult generazionali come "Love Story".

Hazel Grace (Shailene Woodley) è una sedicenne che lotta contro un cancro alla tiroide. Su suggerimento dei genitori inizia a frequentare, anche se controvoglia, un gruppo di aiuto per ragazzi sopravvissuti alla malattia. E' in questa cornice che incontra Augustus (Ansel Elgort), un diciottenne ex campione di basket cui, a causa di un osteosarcoma, è stata amputata una gamba. I due iniziano a trascorrere del tempo insieme e Hazel Grace ritrova il sorriso e la voglia di vivere. Sebbene stia nascendo un grande sentimento, la ragazza non intende assecondarlo perché, consapevole di avere un'aspettativa di vita limitata, non vuole seminare ulteriore dolore. Questo non impedisce ad Augustus di starle vicino e di ammantare di magia e allegria anche le prove più dure che i due si troveranno ad affrontare.

A leggere la trama sembrerà incredibile, ma "Colpa delle stelle" non è amaro come ci si aspetterebbe, semmai agrodolce, perché al centro di tutto non c'è tanto il cancro con i suoi aspetti più dolorosi, quanto invece il corteggiamento giocoso tra i due protagonisti. Sono questi due spiriti affini, la loro dolcezza e loquace arguzia a risollevare il tono del film, a concedere momenti di assoluta levità e di brillante romanticismo. L'atteggiamento che i due hanno maturato nei confronti dell'esistenza è esemplare: non si piangono addosso, sono disincantati ma non rassegnati e, attraverso sarcasmo e ironia, cercano di sdrammatizzare la propria condizione. Anche se la morte soffia sul collo, non è in grado di invalidare la loro gioia di amarsi.

Nonostante ci siano alcune scene meno convincenti, (come quella un po' forzata di un pubblico plaudente nella casa di Anna Frank), il film si mantiene sapientemente lontano da eccessi di sentimentalismo o di retorica e non usa il dramma in maniera manipolatoria. I fan del libro di John Green stiano tranquilli: la pellicola è molto fedele al romanzo e ne conserva lo spirito edificante. I due attori principali, poi, sono davvero convincenti e somiglianti alla descrizione cartacea dei loro personaggi.

Siamo, in sostanza, di fronte a una commedia romantica, genuina e credibile, la

cui essenza drammatica volge in celebrazione della vita e che esorta a non rinunciare mai al temporaneo senso di infinito, di pienezza e di felicità che qualunque esistenza, anche la più difficile, è in grado di offrire.

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