"Fuocoammare" corre per gli Oscar

Il film di Rosi rappresenta l'Italia. Sorrentino: «Scelta masochistica»

"Fuocoammare" corre per gli Oscar

Oscar sì, Oscar no. Innanzitutto diciamo subito che Fuocoammare di Gianfranco Rosi, il documentario su Lampedusa e sui migranti designato ieri rappresentante italiano alla selezione del Premio Oscar per il miglior film in lingua non inglese, è appunto solo una candidatura. Dovrà infatti superare due fasi, prima una selezione da parte dell'Academy hollywoodiana che fra più di un centinaio di titoli da tutto il mondo sceglierà i nove film - la cosiddetta shortlist comunicata in genere a metà dicembre - e poi l'ingresso nella cinquina annunciata, come tutte le altre nomination, il 24 gennaio 2017 (cerimonia il 26).

Sette i film italiani che si erano iscritti per l'esame della commissione di selezione composta dal direttore cinema del Mibact, Nicola Borrelli, dai produttori Tilde Corsi e Roberto Sessa, dai distributori Osvaldo De Santis e Francesco Melzi D'Eril, dai giornalisti Piera Detassis e Enrico Magrelli, dal regista Paolo Sorrentino e dallo scrittore Sandro Veronesi: Gli ultimi saranno gli ultimi di Massimiliano Bruno, Indivisibili di Edoardo De Angelis, Lo chiamavano Jeeg Robot di Gabriele Mainetti, Perfetti sconosciuti di Paolo Genovese, Pericle il nero di Stefano Mordini, Suburra di Stefano Sollima. Alla fine su Indivisibili ha prevalso per un voto Fuocoammare. Proprio Paolo Sorrentino, l'ultimo italiano ad aver vinto un Oscar, aveva votato per le gemelle siamesi e neomelodiche di Indivisibili in uscita nelle sale giovedì: «Questa scelta è un inutile masochistico depotenziamento del cinema italiano che poteva portare agli Oscar due film». Il riferimento è all'iscrizione di Fuocoammare agli Oscar anche per miglior documentario.

Ad ogni modo continua il successo per il cineasta che allo scorso festival di Berlino ha ricevuto dalle mani di Meryl Streep l'Orso d'Oro. «Vorrei che il tuo film arrivasse agli Oscar» aveva detto la grande attrice a Rosi che ora inizia a pensare seriamente alla statuetta: «Sono molto felice. Questa candidatura va oltre il mio film. In questi 8 mesi il film è stato distribuito in più di 60 paesi».

E se alcuni concorrenti sono molto temibili - come il russo Paradise di

Andrej Konalovskij - potrebbe anche essere che il tema così attuale del film faccia breccia a Hollywood. Intanto il pubblico «generalista» di Raitre potrà vedere lunedì prossimo in prima serata Fuocoammare. Bella coincidenza.

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