"Grazie a True Detective ho finalmente superato il lutto per mio fratello"

Il protagonista della terza stagione della serie Sky: «Con Mahershala Ali si è creata grande amicizia»

"Grazie a True Detective ho finalmente superato il lutto per mio fratello"

LOS ANGELES - Avrebbe dovuto essere lui il Jack Dawson nel film cult Titanic, poi qualcosa andò storto. Forse quell'aria da duro, i tatuaggi, un dente d'oro e la voce profondissima non furono considerati adatti per quel personaggio così romantico e la parte andò a Leonardo Di Caprio. Se le cose fossero andate diversamente, vent'anni fa, ora Stephen Dorff sarebbe una star di fama internazionale. Dorff però non è tipo da guardarsi indietro, tanto più che la vita gli ha riservato dolori ben più gravi. Due anni fa il fratello, il musicista country Andrew Dorff morì in un incidente d'acqua, durante una vacanza natalizia alle isole Turks and Caicos.

A causa di quel lutto Stephen ha quasi detto no a una delle serie televisive più popolari degli ultimi anni: la terza stagione di True Detective, in onda su Sky Atlantic e Sky on Demand a partire dal 14 Gennaio in versione originale con sottotitoli e dal 21 gennaio doppiata in italiano. Dorff veste magistralmente il ruolo del detective Roland West, al fianco di un monumentale Mahershala Ali. Lo show, ambientato in tre differenti epoche, segue le vicende del detective Wayne Hays (Ali), al quale viene affidato un caso molto delicato accaduto negli anni '80: la scomparsa di due fratellini di West Finger, Arkansas. Il caso rimasto irrisolto, verrà riaperto in diverse occasioni.

L'attore si emoziona spesso durante l'intervista, soprattutto quando parla dell'amicizia instaurata col collega Premio Oscar Mahershala Ali in un momento della sua vita estremamente delicato. Reputa quello di Roland West il ruolo più difficile di tutta la sua carriera, complice anche quel triste periodo: «Ho avuto la parte il giorno dopo il primo anniversario dalla morte di mio fratello».

Ha accettato perché racconta la storia di due fratelli?

«Ho accettato perché mi ha catturato completamente. Però ero davvero sul punto di dire di no».

Perché?

«Dopo la perdita di mio fratello ero a pezzi. Lo sono ancora. Volevo lasciare tutto e continuavo a rifiutare le offerte che ricevevo. Questo copione, come dicevo, è arrivato in occasione del primo anniversario dalla sua morte. Non avevo intenzione di prendere parte a un così grosso progetto, ma quando ho letto la descrizione di Roland West, ho visto in lui qualcosa di mio fratello ed ho capito che era la parte per me».

Doveva farlo per lui? Le ha fatto tornare la voglia di recitare?

«Sì, anche perché abbiamo dato tutto in ogni singolo episodio e questo mi ha aiutato molto. Il regista Nic Pizzolatto non ci ha svelato il finale fino ad oltre la metà delle riprese, e quando l'abbiamo scoperto mi sono sentito profondamente in colpa per la mancata risoluzione del caso».

La trama si snoda in tre diverse epoche, come si è rapportato alle tre diverse versioni di Roland West?

«In generale, la parte più complicata di questo ruolo è stata la preparazione fisica. Per rendere Roland più anziano i make-up artist impiegavano sei ore, durante le quali io dovevo restarmene seduto e buono. Per liberarmi da quella maschera poi occorreva un'altra ora e mezza».

Com'è stato per lei vedersi anziano?

«Scioccante. La prima volta che mi sono visto col make-up, ricordo di aver video-chiamato mio padre (il musicista e compositore Steve Dorff), lui era senza parole, proprio come me. Poi ho dovuto indossare una pancia finta, scomodissima, non mi consentiva di andare in bagno e ho anche dovuto imparare a camminare in maniera differente. Scioccante davvero. È stato sicuramente il ruolo più difficile e più gratificante della mia vita».

Durante le riprese ha instaurato una forte amicizia col suo collega Mahershala Ali. Lui l'ha aiutata ad affrontare quel periodo difficile?

«Lavorare a questo progetto con Mahershala è stato incredibile, non mi ha aiutato a superare la perdita, ma in lui ho trovato un altro fratello. Si è creato un legame fortissimo che resterà per sempre.

Ricordo un episodio in particolare, che mi è rimasto nel cuore: dopo le riprese di alcune scene molto toccanti, presenti nell'episodio cinque, lui è venuto da me, ci siamo abbracciati e abbiamo pianto insieme per un'ora e mezza».

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