“The Last Duel” di Ridley Scott: epica spettacolare e super cast

Un dramma in costume in cui a duellare in realtà sono una mascolinità tossica ed un femminile eroico, con evidenti riferimenti all’attualità.

“The Last Duel” di Ridley Scott: epica spettacolare e super cast

Ridley Scott è sbarcato oggi fuori concorso al Festival di Venezia con The Last Duel, pellicola storica ambientata nella Francia del XIV secolo.

Basato sul libro “The Last Duel: A True Story of Crime, Scandal, and Trial by Combat in Medieval France” di Eric Jager, il film racconta le vicende dell'ultimo cosiddetto "duello di Dio".

Tradimento, vendetta, senso dell’onore e codici cavallereschi. Gli ingredienti per il classico dramma epico d’ambientazione storica ci sono tutti e il regista, prossimo al compimento degli 84 anni d’età, è sempre una garanzia. Stavolta, poi, può avvalersi del redivivo duo di scrittura composto da Affleck e Damon (qui anche attori e produttori), a venticinque anni dall’Oscar per la sceneggiatura di “Will Hunting”.

“The Last Duel” si può guardare come ricostruzione di un fatto realmente accaduto, ma vuole essere soprattutto un omaggio all’eroismo di un femminile in grado di lottare per questioni ancora oggi irrisolte. Avere la forza e il coraggio di difendere la verità in materia di violenza carnale, a così tanti secoli di distanza, resta infatti difficilissimo.

La sfida del titolo vede coinvolti Jean de Carrouges (Matt Damon), che ha conquistato lo status di cavaliere sul campo di battaglia, e Jacques Le Gris (Adam Driver), erudito scudiero che sa godersi la vita. I due, un tempo amici, vedono inasprire i propri rapporti quando il secondo ottiene sia un possesso terriero sia un grado militare che sarebbero spettati al primo. Ma il casus belli che porterà al duello all’ultimo sangue è l’accusa di stupro che la moglie di Carrouges (Jodie Comer), muove a Le Gris, il quale si dichiara innocente. Il verdetto è riposto nelle mani di Dio che, nell’ottica dell’epoca, premierà con la vittoria colui che dice il vero.

Avvincente, anche se non da subito, e sicuramente provocatorio nell’esplorare temi vivi e universali, “The Last Duel” è suddiviso in tre capitoli: gli stessi accadimenti sono raccontati da tre punti di vista diversi. Prima si ha la versione del marito, poi del presunto stupratore e infine della donna offesa, a sancire come la verità sia una ma anche fatta di sfumature. A livello attoriale la sfida è rendere in maniera differente scene con gli stessi dialoghi, soprattutto quella che porta al controverso rapporto sessuale. Attraverso minimi dettagli (sguardi, intonazioni ecc.) si coglie come ogni personaggio attribuisca un proprio diverso significato a quanto sta accadendo.

La protagonista ha nella propria cultura e intelligenza qualcosa che le dona una forma di libertà ma, in quanto donna, resta considerata mero materiale da riproduzione. Figura complessa e nobile, è fedele ai valori con cui è stata educata, ma anche capace di sfidare le convenzioni e il patriarcato. Interessante e onesto che, ad un certo punto, di fronte al pericolo di vita, comprenda le ragioni del silenzio di tutte le donne che, prima di lei, nelle medesime condizioni, hanno taciuto.

L'autore dell'atto crudele e disonorevole ha la caratterizzazione più interessante. L’uomo infatti si ritiene davvero in buonafede. Si giustifica ritenendosi mosso da “un amore mai sperimentato” e ritiene che il rifiuto della donna sia parte del gioco: “Ha protestato come si conviene, perché è una signora”. Mediante confessione di fronte a Dio, poi, considera risolta la questione, mentre nel privato è spalleggiato dall’eterna regola del “negare, negare, negare”, ricordatagli dal compagno di scorribande.

Neanche il marito è innocente, dal momento che agisce più per vanità e ipocrisia che per volontà di difendere la consorte: del resto lo stupro all’epoca non è considerato un delitto ai danni della femmina, bensì un reato contro il patrimonio del maschio.

In “The Last Duel” ci sono altri spunti importanti. Osserviamo quanto la solidarietà tra uomini sia più autentica e naturale di quella tra esponenti del genere femminile e come si dia per scontato che un uomo ritenuto oggettivamente attraente da una donna abbia quest’ultima a sua disposizione.

A distanza di secoli, siamo ancora alle prese con una mascolinità tossica. È un problema di costume, cultura ed educazione: esistono ancora troppe giustificazioni atte a considerare meno grave la consumazione di un amplesso contro volontà.

Al di là dell’intrinseco valore cinematografico, quindi, “The Last Duel” è un film che ha la possibilità di portare al grande pubblico, una volta di più, una questione dalla drammaticità

atavica e purtroppo imperitura. La presa di coscienza, come sempre, è il primo passo per auspicare il cambiamento.

Distribuito da The Walt Disney Company Italia, “The Last Duel” sarà nelle sale dal 14 ottobre 2021.

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