Lori Arnold svela i segreti di una vita (incredibile) da "regina della droga"

Sorella dell'attore Tom, ha trascorso 15 anni in carcere perché produceva metanfetamine

Lori Arnold svela i segreti di una vita (incredibile) da "regina della droga"

Los Angeles. L'hanno chiamata Scarface in gonnella e, più recentemente, Breaking Bad al femminile. Il perché è presto detto: è solo un caso ma le avventure vissute da Walter White, il protagonista di Breaking Bad, assomigliano straordinariamente a quelle reali di Lori Arnold, sorella dell'attore Tom Arnold, una vita criminale iniziata negli anni Ottanta, quasi per caso, e finita con un arresto e una condanna a 15 anni in prigione. Ora alla sua storia è dedicata la miniserie tv Queen of Meth, «La regina della metanfetamina», disponibile su Discovery + in tre puntate che portano lo spettatore nel cuore dell'America e dei suoi enormi problemi con le dipendenze. Non New York o Los Angeles, ma il bel mezzo del nulla, posti dove trovare un lavoro onesto e remunerativo è difficile quanto tenersi alla larga dagli unici passatempi disponibili: l'alcool e le sostanze stupefacenti.

Negli anni Ottanta e Novanta la droga d'eccellenza era la metanfetamina, un derivato sintetico dell'anfetamina con un maggiore potenziale di dipendenza. Lori è una ragazza come tante in quell'America profonda. Si è sposata giovanissima, ha un marito disoccupato e un figlio piccolo. È povera e deve trovare un modo per sostenere economicamente la famiglia (a chi ha visto Breaking Bad non sfuggirà il parallelismo) così decide di trasformare la sua stessa dipendenza in un business. Nel giro di poco tempo Lori Arnold diventa una delle più famigerate e insospettabili figure criminali nel traffico illegale di stupefacenti, arrivando a produrre nel suo laboratorio oltre nove chili di metanfetamina la settimana, con una rendita di circa 200mila dollari. «Ero al verde e sono arrivata a comprarmi case, macchine costose, persino un aereo». Nella miniserie la «regina della metanfetamina» Lori ripercorre, insieme al fratello Tom, il suo passato nella cittadina di Ottumwa, in Iowa, l'infanzia difficile e l'adolescenza tormentata, l'incontro con la droga e la nascita di quello che sarebbe diventato un impero multimilionario, in gran parte responsabile del boom della metanfetamina nel Midwest americano e in qualche modo persino di un miglioramento dell'economia della zona, dove l'unica fonte di reddito era un enorme mattatoio che aveva licenziato tutti i dipendenti locali dopo uno sciopero. «La metanfetamina rimise in circolo un po' di denaro».

Ora l'America sta vivendo un'altra terribile crisi, questa volta da sostanze oppiacee, indotta dall'abuso di farmaci antidolorifici prescritti da medici senza scrupoli sotto la spinta di case farmaceutiche altrettanto avide. Lori Arnold però non ha più niente a che fare con quel mondo. Ora, sessantenne, vive una vita tranquilla nel paese di Sundusky, Ohio. «Lavoro otto ore, poi vengo a casa, ceno con il mio compagno, guardo la televisione e vado a letto». Non era così quaranta anni fa. «A iniziarmi alla droga fu mia madre. Mi dava lo speed, perché lavoravo di notte nel suo bar. Non pensavo fosse droga, mi teneva sveglia, mi manteneva magra». Il rapporto con la madre è raccontato insieme al fratello Tom, l'attore di True Lies, Pappa e Ciccia e Happy Endings: «I nostri genitori divorziarono prestissimo. Ci fu una battaglia legale, fummo affidati a mia madre che il giorno dopo ci abbandonò a casa di mio padre. Non se la sentiva di crescere due figli. Fu la nostra fortuna. Nostro padre, decisamente più affidabile, si risposò. Eravamo una bella famiglia ma verso l'adolescenza ci ribellammo». Tom andò a vivere dalla donna che lo aveva abbandonato e poco dopo anche Lori lo seguì. «Non era un rapporto fra madre e figli, era un'amica, di quelle che danno il cattivo esempio». Lori a soli quattordici anni conosce un ragazzo molto più grande di lei. «Bobby aveva 23 anni ed era molto bello, mia madre ci portò in Minnesota, dove una quattordicenne poteva già sposarsi». Credeva fosse amore e invece era un pedofilo seriale. Bobby prima la picchia e poi la tradisce con una dodicenne. I due si lasciano e lei qualche anno dopo incontra Floyd, un biker disoccupato che diventa il suo secondo marito. Insieme fanno famiglia, un figlio, ma non hanno soldi. Con queste premesse inizia l'avventura con la metanfetamina.

Sembra uno di quei film sull'America blue-collar, in voga negli anni Settanta, invece è la vita vera di una ragazza americana che ha percorso le tappe della vita con incredibile velocità: «Se mi avessero detto allora che sarei arrivata a 60 anni non ci avrei creduto». Come accade al protagonista di Breaking Bad, una volta entrati in quella spirale è praticamente impossibile uscirne senza farsi male. A fermare Lori pensa la polizia. Nel 1991 i Federali irrompono in casa e le puntano una pistola alla testa. «Non ho reagito, anzi ho provato un senso di sollievo».

Lori oggi discute con suo fratello del male che ha fatto a tante persone in quegli anni. «Oggi non farei quello che ho fatto e anche allora avevo molti scrupoli, cercavo di produrre droga di qualità. C'erano tanti concorrenti che vendevano prodotti pericolosi, tagliati male, io non lo facevo e con i soldi guadagnati facevo anche donazioni in beneficenza. Pensandoci oggi era un comportamento davvero strano ma era il mio modo per fare del mio meglio in quella situazione».

In tutto farà 15 anni di galera. «Il mio rammarico più grande è non aver cresciuto mio figlio». I giudici le riconosceranno molte attenuanti, indubbiamente crescere in certi ambienti e certe famiglie non aiuta.

Nelle tre puntate della serie Lori ripercorre la sua straordinaria storia con l'aiuto del fratello Tom che grazie al talento per la recitazione, pur essendo cresciuto nello stesso insano ambiente, è riuscito a mantenersi lontano dai guai. «Siamo sempre stati molto uniti, Tom ed io conclude Lori ripercorrere insieme quel che successe per la serie tv è stato difficile ma anche catartico».

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