Massimo Giletti: "Ora che papà è morto, incontrerò io i clienti nella ditta di famiglia"

Tra una diretta e l'altra di "Non è L'Arena" su La7, il conduttore porta avanti l'azienda tessile di famiglia dopo averlo promesso al padre, da poco scomparso

Massimo Giletti: "Ora che papà è morto, incontrerò io i clienti nella ditta di famiglia"

Massimo Giletti l’ha promesso e lo farà. Manderà avanti l’azienda del padre Emilio, imprenditore tessile piemontese scomparso lo scorso 4 gennaio a 90 anni. In una intervista rilasciata a Il Corriere della Sera, il conduttore tv ha annunciato che presto affiancherà alla carriera televisiva quella di imprenditore, per via di una promessa fatto all’anziano padre poco prima che se ne andasse. Un Giletti molto emozionato ha così raccontato di quella volta in cui il padre gli ricordò di quando da piccolo gli fece un regalo molto speciale e gli chiese di ricambiare quel dono, entrando in azienda insieme ai suoi fratelli.

"Era settembre – ha ricordato Giletti – e passeggiavamo nel parco della villa, quando papà mi ha preso sottobraccio, davanti al laghetto che da bambino mi ero costruito da solo, scavando con la pala più alta di me, per tenerci i girini e i pesci acchiappati a mani nude nelle risaie, poco più di una pozza. Poi un giorno, tornato da scuola, trovai un vero lago: aveva fatto venire lo scavatore, c’erano le banchine, i fiori. Il più bel regalo della mia vita". Davanti a quel lago l'anziano padre gli strappò la promessa di prendere in mano le redini dell’azienda fondata da suo padre Anselmo nel 1884 e da lui ereditata e diretta con tanta passione e mille sacrifici.

"Davanti a quel lago mi ha detto: 'Ti ricordi, Massimo, quanto eri contento? Ora però il regalo devi farmelo tu: giurami che, quando non ci sarò più, tornerai qui e manderai avanti la fabbrica con i tuoi fratelli' " e, a quanto pare, non solo il conduttore tv gli ha risposto di sì, ma, nonostante i tanti impegni televisivi, è pronto a tener fede a quella promessa fatta a un padre di cui va molto fiero. Emilio Giletti, infatti, prima di intraprendere una brillante carriera da imprenditore tessile, era stato un pilota per le scuderie Ferrari e Maserati e vantava al suo attivo una gloriosa vittoria alla Mille Miglia nel 1953.

Un uomo intrepido di cui Massimo Giletti, ancora straziato dal dolore per la sua improvvisa scomparsa, intende conservarne intatta la memoria, resa tangibile da quella azienda che resta a baluardo della sua eredità di uomo, padre e imprenditore. Per questo è importante chela fabbrica vada avanti.

"L’ho promesso. E lo farò", ha dichiarato fieramente Giletti, consapevole che "non sarà semplice, però è nei momenti difficili che capisci chi sei". Lui, il figlio terzogenito,è ora il Presidente della Giletti Spa di Ponzone Biellese, e fa su è giù per l’Italia, passando dalle dirette di "Non è l’Arena" su La7 agli incontri con i clienti in azienda che, ha precisato il conduttore, non restano interdetti o scettici quando si trovano al suo cospetto, sapendo bene di chi è figlio e riconoscendogli competenza nel settore tessile.

"Non mi trattano come il Giletti della tv, nessuno mi ha mai chiesto, che so, di Belen, ma parliamo di questioni tecniche. L’altro giorno li ho stupiti quando ho preso in mano una rocca di filo e l’ho tirato in un certo modo, per capire se era fatto bene.

Io me ne intendo. Sono cresciuto tra rocche e carde e ancora oggi, se chiudo gli occhi, respiro l’odore del cotone e della lana. Quello - ha concluso Giletti - ti resta dentro per sempre".

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