Il 2022? È l'anno cruciale della Regina

Il 2022 non si prospetta facile per la regina Elisabetta, alle prese con i preparativi del Giubileo di Platino e sempre più preoccupata dall'impatto mediatico dell'autobiografia di Harry

Il 2022? È l'anno cruciale della Regina

Piaccia o meno Harry e Meghan saranno i due protagonisti indiscussi del 2022 “royal”. Sono i Sussex, infatti, le “scosse di terremoto” che fanno tremare Buckingham Palace da due anni a questa parte e con il memoir del principe Harry gli esperti reali prevedono l’inasprimento della faida famigliare. L’unica speranza di una riconciliazione, o almeno un tentativo di pace, potrebbe essere il Giubileo di Platino della regina Elisabetta, ovvero le celebrazioni per i suoi 70 anni di regno. Quattro giorni di festa, previsti dal prossimo 15 maggio, che coinvolgeranno mille tra danzatori e musicisti e la partecipazione di personalità come Judie Dench e Helen Mirren. I Sussex coglieranno questa occasione, oppure useranno l’autobiografia di Harry come una nuova, più velenosa dichiarazione di guerra?

L’autobiografia di Harry, una bomba a orologeria

Il memoir del principe Harry si preannuncia “uno tsunami di paura”, come lo hanno definito i tabloid, ai danni della royal family. Già gli intenti non lasciano presagire nulla di buono. Nella presentazione del volume, infatti, il duca di Sussex ha affermato: “Ho scritto questo libro non da principe, quale sono nato, ma da uomo, quale sono diventato. Ho indossato molti cappelli nel corso degli anni, sia in senso letterale che figurato”. La regina Elisabetta teme che il nipote voglia mostrare al mondo intero tutti i “cappelli” che sarebbe stato costretto a portare, trascinando la famiglia nel fango. Uno degli aneddoti più temuti riguarda la morte di Lady Diana e le conseguenze devastanti che ha avuto sul principe. Del resto Harry ha già raccontato dell’abuso di alcol e droghe conseguente al lutto. Il libro, poi, uscirà in concomitanza con il Giubileo di Platino di Sua Maestà, escamotage impudente, studiato per ottenere la massima visibilità. L’esperto reale Peter Hunt non ha dubbi: il libro farà emergere “l’enorme quantità di dolore” che Harry avrebbe patito nei suoi anni a corte. Harry è simile a un missile carico di astio diretto su Buckingham Palace. Hunt spiega: “Ha promesso un resoconto veritiero”. Nessuno può più fermarlo.

Harry vuole oscurare la Regina?

Con la sua autobiografia Harry non vorrebbe solo ferire i parenti, ma addirittura oscurare la Regina. L’esperto Neil Sean ha dichiarato: “Una delle idee che stanno prendendo corpo alla Cbs potrebbe essere quella di Harry che, per una sola notte, subentra nel Late Late Show condotto da James Corden”. Lo stesso programma di cui Harry è stato ospite nel 2021. Sean prosegue: “Potrebbe essere un modo eccellente per vendere il libro direttamente al pubblico americano”. Harry si spingerebbe fino a questo punto? Cosa racconterebbe sul suo passato? L’esperto chiarisce: “Molte persone potrebbero ignorare la cosa e dire: ‘Oh, non accadrà’…non dimentichiamo che [Harry] deve fare qualcosa per vendere il libro”. Anche se ciò volesse dire oscurare il Giubileo di Platino della regina Elisabetta, o mettere una pietra tombale sui rapporti con la famiglia, in particolare con Carlo e William. La casa editrice pretende “grande attenzione dei media”, continua Sean. Richard Kay, del Daily Mail, immagina i sentimenti dell’erede al trono in questo momento: “Penso alla difficoltà del principe Calo. Ogni volta che Harry apre bocca, intacca la credibilità…questo pregiudica il loro rapporto…All’orizzonte c’è la prospettiva del memoir di Harry e non sappiamo cosa ci sarà scritto”.

Che fine farà il titolo di Harry e Meghan?

Questo è stato uno dei “tormentoni royal” del 2021. Gli utenti dei social credono che Harry e Meghan non siano degni di fregiarsi del titolo di duchi di Sussex. In fondo la loro situazione è contraddittoria. Per mesi hanno gridato invettive contro i Windsor, pronunciando sentenze sulla loro vita a corte, ma non hanno mai rinunciato al titolo che permette alla coppia di brillare di luce riflessa, donando alle loro voci un megafono a risonanza planetaria. Pensiamo a Meghan Markle, che ha usato il titolo “duchessa di Sussex” per firmare il suo libro per bambini, “The Bench” e telefonare alle senatrici repubblicane con l’intento di perorare la causa del congedo parentale retribuito. Il 2022 sarà l’anno in cui Sua Maestà metterà un punto a tutto questo, togliendo il titolo a Harry e Meghan? Improbabile. Affinché la coppia divenga commoner è necessario un atto approvato dalla Camera dei Comuni e dalla Camera dei Lord. La regina Elisabetta non ha alcun potere in questo caso. Allo stesso modo il principe Harry è ancora sesto in linea di successione. Solo il Parlamento potrebbe estrometterlo. Ma non vale la pena. Privare i Sussex del titolo rischierebbe di aumentare la loro popolarità ed essere una buona pubblicità per loro, danneggiando la reputazione della Regina.

I Sussex al Giubileo di Platino?

Harry e Meghan saranno al Giubileo di Platino di Sua Maestà? L’invito sarebbe arrivato da tempo a Montecito, ma la partecipazione non è affatto scontata. L’esperto Neil Sean ha delle novità in merito: “Il principe Harry ha un grande desiderio di tornare [a Londra], ma c’è dell’altro oltre al semplice desiderio…Harry vuole offrire la sua assistenza. Ciò potrebbe significare un ritorno da solo” e aggiunge: “Secondo una fonte Harry ha espressamente scritto a Sua Maestà la Regina offrendo i suoi servizi…qualunque cosa possa fare…”. Di tutt’altro avviso è l’esperta Katie Nicholl: “Possiamo essere certi che Harry e Meghan torneranno nel Regno Unito. Penso che le celebrazioni per il Giubileo di Platino saranno l’opportunità di partecipare ai festeggiamenti per i 70 anni di regno della Regina”. Ma la riconciliazione non sarà un obiettivo semplice da raggiungere. La royal family non dimentica le dichiarazioni di guerra del duca e il suo memoir è un ostacolo difficile da superare. Senza contare che Harry dovrebbe tornare nell’ambiente che ha definito un incrocio tra “Il Truman Show e uno zoo”. I Windsor lo accoglieranno con cortesia, per rispetto alla sovrana, ma cosa accadrà tra le mura del Palazzo?

Se morisse la Regina…

Tutti speriamo che un’icona del calibro di Sua Maestà viva ancora a lungo, ma cosa significherà la sua morte per il Regno Unito? Sarà la fine di un’era, ma non la fine della monarchia. Elisabetta II verrà ricordata come una grande Regina, ma il futuro appartiene ai reali più giovani, come spiega lo storico Greg Jenner. “L’ammirazione pubblica per la regina Elisabetta è il principale elemento di supporto per la monarchia. Lei è davvero straordinaria. Rilevante è stato anche l’eccellente lavoro svolto da William, Harry (e Kate) nel presentarsi come il volto giovane e moderno della monarchia”. Il principe Carlo avrebbe un ruolo di transizione dalla tradizione rappresentata dalla regina Elisabetta al futuro di cui sono simbolo i Cambridge. Jenner sottolinea: “Ho il sospetto che i cittadini britannici potrebbero tenere duro per un paio di decadi, sapendo che la prossima generazione idonea al compito” che l’attende". Finora la monarchia ha potuto contare “sull’eccezionale popolarità” della Regina dichiara lo storico Dan Snow e sulla sua figura “non controversa, unificatrice. [Elisabetta II] non concede interviste…non è bersaglio di scandali e non agisce in maniera divisiva”. Una lezione importante per i suoi successori.

I guai del principe Andrea

Il 2022 potrebbe essere l’anno decisivo per il principe Andrea. I suoi avvocati sono agguerriti e pronti a smontare tutte le accuse di Virginia Roberts Giuffre, fino alla cancellazione del processo. Si aggrapperanno perfino al cavillo secondo cui l’accusatrice non risiedeva negli Stati Uniti al momento della denuncia contro il duca, bensì in Australia, il Paese in cui ha abitato negli ultimi 19 anni (salvo 2 anni trascorsi in Colorado). Dunque il tribunale di New York non avrebbe alcuna giurisdizione nella controversia tra la Roberts e il principe. Se nessuno dei due contendenti risiede negli Stati Uniti, poi, il processo è impossibile. Senza contare che il legale del duca di York, Andrew Brettler, ha chiesto che venga reso noto l’Epstein Act, cioè un presunto accordo siglato nel 2009 con cui la Giuffre prometteva di non citare mai in giudizio Epstein e i suoi complici. Un documento che dimostrerebbe la malafede di Virginia Roberts, la sua scarsa credibilità, sporcando l’immagine di vittima di un sistema criminale. Intanto è stata giudicata colpevole, dopo quaranta ore di camera di consiglio, Ghislaine Maxwell, la complice di Epstein. Il pubblico ministero, soddisfatto, ha dichiarato: "La strada per ottenere giustizia è stata lunga.

Ma oggi giustizia è stata fatta. Voglio ringraziare il coraggio delle ragazze ora donne adulte che hanno deciso di uscire dall'ombra e venire in tribunale. Il loro coraggio e la loro volontà hanno reso questo risultato possibile".

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