Il Miracolo di Ammaniti: tra religione e politica

Il Miracolo, serie tv di Sky firmata da Niccolò Ammaniti, conferma che anche in Italia possono nascere grandi serie che non hanno niente da invidiare alle produzioni americane

Il Miracolo di Ammaniti: tra religione e politica

Che Il Miracolo sia un prodotto di qualità lo si capisce subito: bastano pochi secondi e una sigla favolosa, con immagini scientifiche e religiose che si susseguono sulle note de "Il mondo di Jimmy Fontana", e si è subito convinti.

L’ideatore de Il miracolo è lo scrittore Niccolò Ammaniti che, per questa serie, diventa anche regista. Ma non è il solo responsabile di questo ottimo risultato, c’è anche un cast azzeccato il quale ci racconta l’Italia e gli italiani, tra religione e politica, due caratteri distintivi del nostro Paese.

Durante l’irruzione dentro il covo di un boss della 'ndrangheta, i militari dell’Arma trovano una statua della Madonna che piange sangue. Dopo averla portata in un luogo sicuro e studiata in modo approfondito, senza aver trovato una spiegazione scientifica, il Generale Giacomo Votta (Sergio Albelli) avverte il Presidente del Consiglio dei Ministri, Fabrizio Pietromarchi (Guido Caprino), il quale si troverà di fronte a due dilemmi non da poco: credere davvero a quello che vede? Rendere pubblico questo evento inspiegabile? Divulgare la notizia comporterebbe dei problemi di ordine pubblico non da poco.

La questione religiosa si va ad intrecciare a quella politica, con accenni a fatti realmente accaduti nella politica europea e nostrana. A breve ci sarà un referendum consultivo per uscire o rimanere in Europa, e il risultato non è più scontato come si credeva all’inizio, il voto si è trasformato in un giudizio sulla leadership del Primo Ministro. Su questo scenario si sviluppa Il Miracolo, mettendo in risalto le diverse reazioni dei protagonisti davanti a questo evento inspiegabile.

Il miracolo riesce a muoversi nell’ambito temporale e spirituale con tono sofisticato, rivolgendosi principalmente ad un pubblico abituato a serie di grande qualità. Da Gomorra, passando per 1992 e 1993, fino a Il Miracolo di Niccolò Ammaniti, si può così parlare di grandi successi nella serialità televisiva italiana che superano i confini nazionali. Finalmente si possono azzardare paragoni con serie tv d’oltreoceano.

Per quanto riguarda Il Miracolo, il confronto che si legge da più parti è con The Leftovers, serie tv della HBO sceneggiata da Damon Lindelof, la mente dietro a Lost. Il paragone è da prendere con le dovute cautele, ma già il fatto di poter accostare le due serie tv fa capire la qualità della produzione Sky. Il pregio che si nota è proprio questo respiro internazionale, nonostante il tema religioso in un’accezione tipicamente italiana, che a sua volta differenzia Il Miracolo da The Young Pope, in cui l’ambito religioso-esistenziale esulava da una identificazione nazionale.

Un miracolo italiano che va a ridurre lo “spread” con le altre serie

tv internazionali. La speranza è che nel panorama delle serie tv italiane vada ad aumentare il numero di queste produzioni, dato che sotto l’aspetto qualitativo abbiamo dimostrato di non avere nulla da invidiare ad altri.

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