Morgan: "Casa pignorata? Voglio rispetto da chi mi disse ti amo"

Il lungo sfogo di Morgan su Facebook: "Qualcuno ha fatto sparire i miei soldi e ora mi pignorano la casa"

Morgan/LaPresse
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"Quando si ha un tetto, del cibo e dei vestiti, tutto il denaro in più è una sconfitta". Si sfoga così su Facebook Morgan all'indomani del pignoremento da parte del tribunale di Monza su richiesta dell'ex moglie, Asia Argento.

Nella sua lunga lettera, il cantante ricorda la sua infazia, segnata dalla morte per suicido del padre quando aveva solo 16 anni. "Ci siamo rimboccati le maniche", ricorda, "Mia madre, insegnante elementare in pensione, si è messa improvvisamente a girare da sola in macchina per tutta Italia improvvisandosi rappresentante di vestiti; mia sorella che aveva un anno più di me e che faceva la quinta ginnasio al liceo classico, ha cominciato a fare la cameriera e la commessa; io uscivo a mezzanotte con il motorino e andavo a fare piano bar per le coppiette innamorate nei locali della Brianza, tornavo alle cinque del mattino e alle otto, in bicicletta, con mia sorella sul manubrio, andavo al liceo. Io son stato bocciato mentre lei si è presa due lauree. Abbiamo pagato la casa, mettendo insieme le forze. Abbiamo continuato a studiare musica, lei il violoncello e io il pianoforte. Non mi sono laureato ma ho fatto il professionista musicista, mi conoscete tutti, non sono una persona superficiale, qualche libro l'ho letto, qualche strumento lo suonicchio".

Poi racconta di come sia riuscito a comprare "una benedetta prima casa, l'unica, per metterci dentro una famiglia, dei figli, un televisore, un pianoforte, e il minimo per una vita tranquilla e dignitosa". "Altro che rockstar, altro che figli d’arte: sono una persona comune, per bene", rivendica, "Ma artista. Mi son fatto da solo. A diciassette anni ho firmato per una major - la Polygram, e ho inciso il mio primo album. Non c'erano mica i talent show, nemmeno l’ombra. Sono una persona comune, come tanti altri, dotato musicalmente. Ma non è il talento un merito mio: quel che spetta a me è il dovere di onorare il dono del talento con l’impegno quotidiano. Sono un cittadino-artista. Che significa? Che in testa non ho l'ossessione di arricchirmi, ma gli accordi, i ritornelli e gli arrangiamenti. Non so cosa farci".

Infine la questione delle figlie: "L'averle messe al mondo è stata una scelta, non un incidente, perciò è logico che non mi sottragga al fatto di mantenerle al massimo delle mie possibilità, e non ho mai battuto ciglio quando i tribunali hanno stabilito gli assegni, nello stupore dei miei avvocati che tentavano di farmi ridimensionare le somme", racconta, "Intanto io, che tra l'altro non ero quello che aveva voluto la separazione, continuavo a lavorare come sempre, e i soldi li facevo gestire di volta in volta a professionisti, i cosiddetti commercialisti, cosa che fanno tutti, non solo chi al denaro non è particolarmente attento. Per farla breve, un giorno sono caduto dal pero, ed è stato non molto tempo fa, quando, dopo un’intera stagione di lavoro televisivo, una stagione campionessa di incassi, con ascolti record, mi trovo senza compenso. Perché? Innanzi tutto perché metà se li è presi Equitalia. E l'altra metà, non mi viene corrisposta semplicemente facendo appello alla mia indisciplina. Così, da un giorno all'altro io vengo a sapere che ho un gigantesco debito con l'Agenzia delle Entrate, accumulatosi in dieci anni di tasse mai pagate"

Una situazione di cui - sottolinea Morgan - era all'oscuro: "Non te lo puoi inventare, se non te lo dicono. Nessuno nemmeno mi aveva chiesto un parere. Io di certo non ho mai detto a chi gestiva il denaro di non pagare le tasse, anzi, quando chiedevo notizie sul denaro - che mi sembrava sempre un po' meno di quello che mi pareva dovesse essere la quantità - mi veniva detto: eh, si è vero, ma le tasse sono alte. E invece non venivano pagate. Quindi dove sta il denaro? Boh. Io mi sono soltanto affidato a dei professionisti".

"Ho pagato sempre", continua, "E i bonifici per gli alimenti sempre in automatico, come prima operazione. Per anni, pagato somme esorbitanti, intere rette annuali per scuole private di lusso, che costano più della Bocconi, ma non c'è problema, per la bambina questo e altro, figuriamoci. Per una bambina fantastica, che non ha colpa, semmai la fortuna di essere figlia di un musicista realizzato e di una attrice con un albero genealogico talmente grande che non ci sta neanche nei parchi delle sue ville in Toscana o nei giardini pensili delle sue terrazze romane".

"Ma il problema non è mica Asia", aggiunge, "Sono certo che lei non c'entra nulla con questa faccenda, figuriamoci! Ma secondo voi, che interesse avrebbe nei confronti della mia umile dimora monzese, lei che vive tra Parigi e Los Angeles in case meravigliose, e che lavora con i più grandi registi del mondo? Mica ha bisogno di me per farsi mantenere! Quei tremila euro con cui certe famiglie avrebbero tirato su dodici figli, per lei sono una bazzecola, ci paghi giusto un giorno d'albergo a New York, viaggio escluso. Ma scherziamo? No?! Però appena ho sgarrato una mezza volta, e non per mia volontà, come ho spiegato ampiamente prima, allora ecco che subito arriva la notifica, il pignoramento, la chiamata a rispondere della condotta deplorevole, e per non parlare delle diffamazioni, le sputtanate a mezzo stampa. Ma sì, distruggiamolo quello stronzo, togliamogli tutto, figli, casa, dignità civile, che ci frega, anzi mi diverto.

Dai massacriamolo, senza pietà, senza un minimo di rispetto! E non parlo del ricordarsi di aver detto ti amo, ma del minimo rispetto di un essere umano. La cosa che mi importa è che mia figlia mi vuole bene e si merita genitori che dialoghino volando alto e non solo di mere faccende pecuniarie. Magari di arte, ogni tanto".

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