I “figli degli anni ’80” sono ancora increduli per la notizia della scomparsa di uno dei personaggi più amati di quel decennio. Increduli perché un'icona come Nick Kamen, modello, cantante e poi anche pittore affermato, nell’immaginario collettivo era quasi un’immortale, come lo sarà di certo la sua musica e l'iconico spogliarello in una lavanderia nella pubblicità di una nota marca di jeans. Ed era stato proprio quel suo rimanere in boxer in attesa dei jeans puliti, ad attirare l’attenzione di Madonna che lo prese sotto la sua ala protettrice cucendogli addosso nel 1986 una canzone: “Each Time you break my heart”, diventata hit mondiale, in cui lei compariva anche nei cori. Un successo stratosferico accompagnato da molti gossip, che lo volevano come il giovane fidanzato della popstar, più che il suo pupillo, scatenando all’epoca anche la gelosia dell'ex compagno di lei Sean Penn.
Nick Kamen se n’è andato a 59 anni combattendo per tre anni con un tumore al midollo osseo che non gli ha lasciato scampo, spezzando prematuramente la sua vita passata al servizio dell’arte. A darne notizia Boy George altra icona anni ’80, che nel suo profilo Instagram lo ha ricordato come un: "Bellissimo e dolcissimo uomo". Ed in effetti chi ha avuto la fortuna di incontrarlo nei primi anni della sua carriera, lo ricorda proprio così: un ragazzo dalla bellezza quasi divina che copriva la sua timidezza con un atteggiamento scambiato per molti come divismo. Bastavano però poche parole, come ho avuto modo di verificare durante un’intervista che Nick mi aveva rilasciato nel backstage del Festivalbar, per far venir fuori un ragazzo quasi incredulo per l'enorme successo che gli era piovuto addosso come uno tsunami. Estremamente riservato in quell'occasione erano stati i suoi discografici, che lo proteggevano come fosse un oggetto prezioso, a suggerirgli quasi le risposte per evitare accuratamente il gossip.
La prima cosa che mi colpì in lui fu appunto la sua straordinaria bellezza dal sapore quasi esotico, nonostante fosse nato in Inghilterra, che riusciva quasi a mettere in imbarazzo, con la sua sola presenza, chiunque lo incontrasse. Un giovane Marlon Brando dai grandi occhi verdi che a quell’attore si ispirava nel look. “Lo amo molto, ma ho un mio stile che facendo il modello cambio spesso” rispose alla mia domanda sulla sua avvenenza. Quando parlai con lui di musica mi raccontò che detestava l’appellativo di “leggera”, perché in realtà dietro il brano che lo aveva reso celebre, c’era l’enorme lavoro della squadra della signora Ciccone, che oltre ai cori ne aveva curato anche la supervisione. “Le sono grato - mi rispose - mi ha dato questa possibilità ed è una grande artista che riesce a capire gli animi delle persone”, le uniche parole su di lei in quell’occasione.
Solo pochi anni dopo arrivò un altro successo “Tell Me”, con cui Nick cambiò totalmente aspetto lasciando i giubbotti di pelle e preferendo le giacche più glamour, ma non separandosi dal ciuffo nero alla James Dean che lo rendeva unico. Per il suo secondo album “Us” del 1988, Madonna fece nuovamente i cori offrendogli anche l’aiuto del suo personal producer Patrick Leonard, ma si allontanò da lui. Fu forse quello il punto di rottura con la musica, a cui Nick preferì la pittura e l’arte in genere.
“Non amava parlare del suo periodo da cantante”, hanno raccontato di lui alcuni vicini di casa intervistati dal Daily Mail, ma tutti concordano sulla sua incredibile gentilezza. Nick si è spento nella sua casa di Notting Hill avendo accanto la sua ultima fidanzata Lucinda.
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