Una mostra per i 50 anni del film "Dramma della gelosia" di Ettore Scola

Il 30 aprile del 1970 saranno trascorsi cinquant'anni dall'uscita nelle sale di "Dramma della gelosia", uno dei grandi film del nostro cinema. Una mostra celebra l'anniversario.

Una mostra per i 50 anni del film "Dramma della gelosia" di Ettore Scola

"Dramma della Gelosia (tutti i particolari in cronaca)", celebre pellicola interpretata da Monica Vitti, Marcello Mastroianni e Giancarlo Giannini, non è la punta di diamante della filmografia di Ettore Scola ma il suo valore perdura giustamente nella memoria collettiva. Scritto e sceneggiato da Age & Scarpelli e con le musiche di Armando Trovajoli, il film fu presentato in concorso al 23° Festival di Cannes e valse a Mastroianni la Palma d’oro per la miglior interpretazione maschile.

Dopo 50 anni, una mostra itinerante premiata all’Italian Film Fest a San Paolo in Brasile dal titolo ‘‘L’ Italia del boom, fra mura d’artista e fotogrammi d’autore’’, rende omaggio alla pellicola e a Casa Papanice, set del film, storico edificio e simbolo dell’architettura postmoderna, mettendo in risalto il boom economico del dopoguerra e il connubio tra Cinema e Architettura.

La mostra, che riprenderà con nuove tappe in via di definizione a fine emergenza coronavirus, vede esposti fotogrammi di scena e ritratti dei grandi interpreti del film, protagonisti nella narrazione di un mènage a trois in quella che al tempo si definiva classe proletaria. Il film vede personaggi umili alle prese con passioni adultere, pronti a scatenarsi in una girandola di baruffe divertenti, ignorando però di dirigersi verso il tragico epilogo anticipato dal titolo. Indimenticabile Monica Vitti nei panni dell'avvenente fioraia Adelaide, una borgatara che sogna di vivere in un (foto)romanzo e s'innamora di Oreste, un grande Mastroianni, muratore romano, coniugato e di fede comunista. Per la nascente passione, lui lascia la famiglia ma commette l'errore di presentare alla sua innamorata un amico, Nello, pizzaiolo toscano con lo spirito del viveur, interpretato da un giovane Giancarlo Giannini. Adelaide, scopertasi invaghita di entrambi, è combattuta, propone una convivenza sentimentale a tre ma, fallito l'esperimento, ripiega tra le braccia di un terzo uomo, ricchissimo ma ancora più buzzurro: il famoso macellaio che nel film abita nella splendida Casa Papanice.

Scola, che era solito prediligere scenografie reali, per una commedia atipica e pungente come "Dramma della gelosia" non poteva che scegliere una villa raffinata e dall'estetica innovativa come quella, rendendola, di fatto, un emblema non solo del suo film ma del cinema italiano degli anni 70.

Oggi divenuta sede dell’Ambasciata del Regno Hascemita di Giordania, la casa fu costruita nel 1969 su progetto dell’archi-star Paolo Portoghesi in collaborazione con l’ingegner Vittorio Gigliotti e fu commissionata dell'imprenditore pugliese Pasquale Papanice, il quale volle dedicarla alla Settima Arte. Una dimora, sita a Roma dalle parti del quartiere Nomentano, che con le superfici curvilinee e con il soffitto del soggiorno percorso da cilindri concentrici, rammenta i fasti di un periodo che artisticamente non possiamo che rimpiangere.

Lo stesso fascino bizzarro accomuna quindi sia "Dramma della gelosia", un film ancora

godibilissimo a distanza di decenni, sia il suo set d'autore. Ambedue restano pietre miliari, una del cinema l'altra dell'architettura, in grado di raccontare sia un'epoca precisa sia un' "irrazionalità" appassionata e senza tempo.

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