Agosto dell'anno 1896, Londra. La città vive i suoi fasti e le sue povertà come in una qualunque estate sul finire dell'età vittoriana. Poi un improvviso temporale sorprende i cittadini di quella che è la più importante città del tempo. Dopo i fulmini e la pioggia alcune persone iniziano a cambiare, a sviluppare strane capacità. Tre anni dopo i fatti sono, ormai, conosciuti come i «toccati» e la loro diversità getta scompiglio e paura.
Inizia così la nuova serie Hbo The Nevers che andrà in onda, in contemporanea con gli Usa, su Sky Atlantic e Now Tv dal 12 aprile. Si tratta di una ucronia in stile steampunk nata da un progetto di Joss Whedon, famoso per Buffy l'ammazza vampiri e The Avengers, che crea un mondo alternativo, dove i super eroi fanno la loro comparsa nel secolo del carbone e delle prime vere applicazioni pratiche dell'elettricità. Poteva essere un esperimento molto a rischio, basti pensare a un film su questa falsa riga, riuscito a metà (nonostante Sean Connery), come La leggenda degli uomini straordinari, o a una serie riuscita proprio male come Carnival Row (in questo caso nonostante Orlando Bloom).
In questo caso, invece, a giudicare dai primi episodi, la fiction è decisamente più godibile e mantiene un buon equilibrio tra narrazione in costume, racconto d'avventura e appunto il così detto steampunk. Questo nonostante l'ideatore di The Nevers, il Joss Whedon di cui parlavamo prima, abbia dovuto abbandonare la produzione a metà, per l'ennesimo caso di accuse di misoginia e sessismo, lasciando il ponte di comando alla collega Philippa Goslett.
La trama si muove sul canovaccio collaudato del genere super eroi mutanti a cui la collocazione nel passato aggiunge, strano a dirsi, un tocco di realismo in più. Infatti se oggi la questione della diversità e dell'accettazione di un nuovo tipo di essere umano, dotato di particolari capacità, appare ormai come piuttosto ridicola (la società occidentale è apertissima) inserire il tutto in un contesto bacchettone e vittoriano aumenta notevolmente il livello dello scontro.
Così se, da un lato, ci sono le eroine della serie, Amalia True e la giovane inventrice Penance Adair, che lottano, utilizzando i propri poteri e la propria super intelligenza, per difendere i mutanti, dall'altro c'è una gran massa di persone che devono fare i salti mortali per passare dall'era della carrozza a cavalli e di «Dio Salvi la Regina» a un mondo dove sfrecciano macchine elettriche e ci sono ragazze alte come una palazzina a due piani, capaci di prevedere il futuro o lanciare fuoco dalle mani.
Per altro la serie prende atto che la cattiveria e la pazzia sono abbastanza distribuite in tutto il genere umano, soprattutto in un'epoca in cui non si può andare dallo psicoterapista e i manicomi sono dei veri e propri inferni. E quindi, sullo sfondo di una Londra ancora in gran parte non lastricata e piena di slum, il pubblico vedrà sfilare: nobili ben intenzionati, nobili debosciati, politici corrotti, scienziati più o meno pazzi, mutanti nevropatici e criminali, rapitori senza scrupoli di ragazzine con super poteri e popolaccio cattivo. Il tutto con costumi e sfondi curatissimi e gadget tecnologici che sembrano pensati direttamente da Jules Verne. Certo, qualche concessione al politicamente corretto, che ormai è diventato la gabbia in cui si muovono quasi tutte le produzioni, la serie la fa. A partire dal fatto che la maggior parte dei «toccati» dalla strana tempesta elettrica che genera superpoteri siano donne. Ma alla fine anche questo non stona, in fondo il tutto è ambientato nell'epoca delle suffragette (anche se il termine più corretto sarebbe suffragiste), un'epoca in cui sì la questione dell'emancipazione femminile era tutt'altro che questione di asterischi.
Il risultato è una serie avventurosa che funziona e che con il trucco dell'ucronia riesce a ritagliarsi uno spazio di fantasia in cui analizzare il tema del potere e della paura. Si riflette molto anche sul tema della scienza e dei suoi limiti, ovviamente nei margini consentiti da un prodotto di intrattenimento, dove ci si picchia in fruscianti abiti di seta e con sottovesti di pizzo, o ombrellini che si rivelano armi micidiali. E dove non manca un pizzico di ironia.
Le nuove wonder woman non rinunciano a cappellini che neanche la vera Regina Vittoria... E più che a delle amazzoni assomigliano a delle Mary Poppins sufficientemente incattivite da usare un tirapugni o un bastone elettrificato.
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