Ospite della trasmissione "I Lunatici" di Radio2 Rai, Nicole Grimaudo ha fatto un salto nel passato, ricordando i suoi esordi televisivi a "Non è la Rai", programma cult degli anni ’90, ideato da Gianni Boncompagni. L’attrice, oggi affermata e sempre più richiesta nelle fiction e nelle pellicole dei registi italiani e internazionali, ha ricordato come l’improvvisa popolarità ottenuta con "Non è la Rai" abbia rischiato di farla impazzire, travolgendola con la sua ondata di successo.
Sono passati più di venticinque anni dall’esordio sul piccolo schermo di Nicole Grimaudo. L’attrice aveva solo 14 anni quando fu scelta da Gianni Boncompagni per condurre insieme alle colleghe Ambra Angiolini, Laura Freddi, Miriana Trevisan e molte altre la popolare trasmissione pomeridiana di intrattenimento. Un’esperienza che ha segnato l’ascesa in televisione della bella siciliana che, ai microfoni di Radio2, ha ripercorso quel momento entusiasmante ma anche difficile: "Quel programma fu spensieratezza. Avevo 14 anni, fu una esperienza vissuta con grande leggerezza e grande stupore. Ma “Non è la Rai” mieteva anche vittime, arrivavamo al Palatino e c’era l’invasione di gente. Quel programma mi ha fatto capire cosa significasse davvero passare dall’anonimato al successo dal giorno alla notte”.
L’attenzione mediatica e l’interesse a tratti morboso dei fan però ha turbato, in alcune occasioni, la spensieratezza di Nicole Grimaudo e delle altre compagne di avventura. Lei stessa, ai microfoni di Radio2, ha raccontato di un episodio singolare che la traumatizzò: "A tratti era surreale, un ragazzo addirittura si tatuò il mio nome in testa, io rimasi scioccata. A quattordici anni una cosa del genere rischia di farti impazzire. In realtà io sono stata fortunata perché la mia famiglia mi ha fatto da scudo, in modo molto intelligente. L’ho sempre vissuta con grande sorriso sulle labbra, convinta che da lì a poco sarei tornata in Sicilia". Invece nella sua terra natale Nicole Grimaudo non c'è più tornata.
La partecipazione a "Non è la Rai" le ha permesso di mettersi in mostra e di esordire nel mondo della recitazione grazie all'intuizione di un famoso regista: "La mia grande occasione è stata Gabriele Lavia. Quello che mi ha preso dal nulla dandomi una fiducia importante. Fu un momento magico, non avevo mai calcato un palcoscenico, mi mossi su quel palco con una disinvoltura che non immaginavo di possedere".
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