Nuovo regista, altri attori: "Star Trek" vola nel futuro

A 50 anni dal debutto ecco l'ultimo episodio della saga Con un ritmo "fast and furious" e un personaggio gay

Nuovo regista, altri attori: "Star Trek" vola nel futuro

Era il 1966 quando la USS Enterprise e il suo equipaggio spiccavano il volo per la prima volta "alla ricerca di nuove forme di vita e di civiltà, fino ad arrivare laddove nessuno è mai giunto prima".

Nell'anno del 50esimo anniversario della serie tv che ha fatto innamorare milioni di fan in tutto il mondo, Star Trek torna in orbita con il nuovo capitolo, Star Trek: Beyond, diretto da Justin Lin che, dopo quattro film della saga di Fast and Furious raccoglie la pesante eredità lasciata da J.J. Abrams, regista degli ultimi due episodi: Star Trek Il Futuro ha inizio (2009) e Into Darkness Star Trek (2013). "Quando J.J. (Abrams, ndr) mi ha chiamato, mi sono sentito molto onorato e al tempo stesso ho sentito una grande responsabilità su di me. Abrams mi ha detto semplicemente: Sii coraggioso e lascia il tuo segno. Un consiglio che ho preso molto a cuore. E pensare che fino a un anno e mezzo fa non esisteva nemmeno un copione per questo film". La sceneggiatura porta la firma di Simon Pegg, che dal 2009 interpreta anche il personaggio di Montgomery "Scotty" Scott, e che conosce Star Trek meglio delle sue stesse tasche: "Quella dell'Enterprise è una storia amata da 50 anni a questa parte. Era giunto il momento non solo di guardare ciò che era stato fatto in passato ma anche di andare avanti, in fin dei conti è una storia che riguarda il futuro". D'altra parte è quella la grande tradizione di Star Trek: abbracciare il progresso. Un aspetto che ha portato all'introduzione del primo personaggio gay a bordo dell'Enterprise: John Cho che interpreta da Hikaru Sulu. "Credo sia una cosa fantastica aver introdotto un personaggio gay nella storia. Il fatto che non sia avvenuto prima è stata una sorta di passo falso, doveva essere fatto già da tempo. Sono felice poi di come è stato deciso di raccontare la mia storia, in maniera casuale e non brutale, perché è così che dovrebbe accadere sempre e che si spera accadrà in futuro".

La storia di Star Trek va dunque avanti, al passo con i tempi, anzi, sempre un po' davanti. Farlo però dopo la morte di Leonard Nimoy, avvenuta nel febbraio 2015 a quasi 84 anni, è un po' più difficile. Nell'immaginario collettivo sarà per sempre lui il vulcaniano Spock anche se oggi, a interpretare quello che forse è il personaggio di Star Trek per eccellenza, c'è Zachary Quinto: "Quando ottenni la parte anni fa, per Star Trek. Il Futuro ha inizio, andai a pranzo a casa sua. Mi fece sedere fuori, in giardino, e mi parlò per ore della sua esperienza, sia di Star Trek, sia della vita. In quel momento capii che saremmo stati amici per sempre, era diventato uno di famiglia per me, ho tantissimi ricordi, molto belli di lui". Nelle scorse settimane però, lo stesso Quinto aveva fatto sapere di non essere più certo di voler interpretare Spock nelle pellicole a venire. Cambierà idea? Intanto, al suo fianco e alla guida dell'Enterprise, c'è ancora una volta Chris Pine, nei panni del capitano James T. Kirk. Il suo primo ricordo di Star Trek lo deve alla nonna: "Quando ero piccolo guardavamo sempre la tv insieme e lei era una grande fan della serie originale".

Karl Urban, che dà il volto al Dottor Leonard "Bones" McCoy spiega quanto ci sia della sua vita privata nel personaggio che interpreta: "Abbiamo molte cose in comune, una su tutte, il fatto di aver vissuto entrambi un divorzio orrendo (Urban si è separato dalla moglie Natalie Wihongi nel 2014, ndr), che poi per lui è stata la molla per andare nello Spazio e unirsi a una nuova famiglia". Della famiglia di cui parla Urban però, da qualche settimana a questa parte non fa più parte Anton Yelchin, il giovane attore russo morto tragicamente a 27 anni investito dalla sua stessa auto nel vialetto di casa, a Los Angeles.

In Star Trek: Beyond che la produzione, il regista e il cast hanno deciso di dedicargli , lo potrete apprezzare per l'ultima volta nei panni del mitico Pavel Chekov, con quell'inconfondibile accento dell'Est che era divenuto ormai il suo marchio di fabbrica.

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