I social network tributano a Paolo Villaggio "92 minuti d'applausi". Sono in molti, infatti, a ricordare l'ovazione che segue l'umiliazione del megadirettore cinefilo ne "Il secondo tragico Fantozzi". Sia gli spettatori che le celebrità hanno voluto omaggiare il grande attore con un messaggio commosso.
Sono i comici, in primis, a rivolgergli un pensiero affettuoso. "Però potevi stare con noi ancora un po' - scrive Luciana Littizzetto - mannaggia a te... mi hai fatto tanto ridere sai? Grazie". "Un grandissimo attore, un mito capace di far divertire ed emozionare grandi e piccini", chiosa invece Paolo Ruffini su Twitter. I più giovani si affidano alla loro prima volta davanti al piccolo schermo. "Mi dispiace tanto per #PaoloVillaggio - aggiunge la cantante Chiara Galiazzo - guardavo sempre Fantozzi con mio papà e sono state le mie prime risate. Mi dispiace tanto".
Il mondo televisivo ha messo in evidenza le peculiarità del cinema di Villaggio, poliedrico artista che, oltre ai vari film comici, comparve anche in pellicole come "La voce della luna" e "Cari fottutissimi amici". "Ciao Paolo, tu sei un Mito e i miti non muoiono", dice Rudy Zerbi. Simona Ventura, invece, si chiede se "la vita lassù è quella che immaginavi e quella di cui parlavi con il tuo devastante e preziosissimo cinismo".
Il grosso delle citazioni proviene dai film di Fantozzi. "Questa cosa che è morto Paolo Villaggio 'è una cagata pazzesca'", scrive Selvaggia Lucarelli. Il giornalista sportivo Sandro Sabatini ricorda invece il momento in cui Fantozzi, pur di sfuggire al film sovietico in programma in azienda, cerca di sapere il più possibile della partita Italia-Inghilterra, ricevendo pugni per aver distrutto la finestra di un'abitazione nella foga del momento.
Toccante l'analisi di Enrico Mentana. "Tra cent'anni di quasi tutti noi non ci sarà (meritatamente) ricordo - ha scritto il giornalista su Facebook - Ma adulti e bambini continueranno a ridere e a riflettere sui film di Fantozzi. E così era Paolo Villaggio, in pubblico e in privato: con la sua costante vena antiretorica, una corazza di cattivo umore e sotto un gran cuore. In modo del tutto diverso, ma similmente ad Alberto Sordi resterà nella storia italiana come volto di un'epoca, impegno, sberleffo e frustrazione.
Pochi giorni fa a Bologna è stata proiettata in piazza Maggiore la versione restaurata del capolavoro di Sergej Eisenstein. E anche lì, come sempre da quarant'anni a questa parte, nessuno l'avrà visto senza pensare al più dissacrante dei commenti, quella lapidaria recensione fantozziana della Corazzata Potemkin".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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