Pinocchio spettacolare e politically correct

di Robert Zemeckis con Tom Hanks, Cynthia Erivo, Luke Evans, Giuseppe Battiston

Pinocchio spettacolare e politically correct

La battuta più buffa è l'avvertimento - reale e fuori scena - della Disney ai recensori: «Preghiamo di non rivelare dettagli ed epilogo». Detto di un thriller senza precedenti ci sta, ma se si parla di Pinocchio, come in questo caso, ebbene è il più riuscito sketch da cabaret mai immaginato. Ciò premesso, rispettiamo le consegne ed evitiamo di raccontare una storia nuovissima che nessuno conosce e i retori d'alta quota con il pilota automatico definirebbero «inedita». Che dire, allora, di una favola popolarissima, tra le più care ai bambini, se non che proprio a loro è diretta e li affascinerà con scenografie ed effetti studiati dal regista Robert Zemeckis, cioè il papà di Roger Rabbit e Forrest Gump, tanto per intenderci. Ovvero un genio.

Se poi Geppetto viene affidato a un convincente quanto poco riconoscibile Tom Hanks si capirà presto che la ricetta è vincente ma anche che il ragazzo «un po' stanchino» seduto sulla panchina più famosa del cinema, oggi, non c'è più. Piuttosto, è un attempato signore che assomiglia a un nonno cantastorie. Sic transit gloria anagrafe, insomma. E la scelta più sorprendente è l'attrice e cantante britannica di origini nigeriane Cynthia Erivo nei panni di una fata turchina, terribilmente politically correct e attenta ai dettami egualitari della nuovissima Hollywood, visto che la nuova Hollywood non era arrivata a parcellizzare i cast. Il film piacerà e innescherà i soliti paragoni. Meglio quello di Zemeckis o di un altro premio Oscar come Benigni...

E dove mettere Matteo Garrone che, per età, batte tutti... Il dibattito è aperto e ognuno avrà ragione perché de gustibus disputandum non est. Le musiche sono gradevoli ma attenti ai dialoghi. Pinocchio in inglese con i sottotitoli suona un po' così.

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