Intanto, tornano In onda. E, visto la fine che hanno fatto alcuni programmi de La7 ben più sponsorizzati e sovvenzionati, è già un risultato. In più raddoppiano, anzi lo fanno ufficialmente, perché in una parte della stagione già l'anno scorso si erano allungati. Stiamo parlando di Luca Telese e Nicola Porro, i due quarantenni bi-mediatici, nel senso che si cimentano sia con la carta stampata sia con la televisione, che da domani sera riprendono a fronteggiarsi - e a punzecchiarsi - da una capo all'altro della scrivania della trasmissione delle otto e mezza del weekend.
L'uno, Telese, ex giornalista de Il Fatto e ora in procinto di lanciare il nuovo quotidiano Pubblico in contrasto con il giornale di Travaglio, con una posizione più a sinistra; l'altro, Porro, vice direttore de Il Giornale, con una visione liberale (la preferisce come definizione a quella «di area di destra»). L'obiettivo rimane lo stesso: dare degli stessi argomenti due letture diverse, con un po' di ironia e di irriverenza. Visioni corredate ovviamente dal parere dai protagonisti delle vicende politiche e d'attualità. Al sabato l'appuntamento sarà di due ore, complice la scomparsa dello show della Dandini, uno di quelli non riconfermati quest'anno e dall'assenza, sulla rete diretta concorrente come tipologia di pubblico (Raitre), del programma di Fabio Fazio che in questa stagione andrà in onda di domenica e lunedì. Dunque, In onda sarà arricchito da collegamenti, inviati, approfondimenti e dall'innesto di un momento di comicità affidato a Dario Vergassola che fingerà di essere rimasto chiuso a Montecitorio nel weekend. «Ma a me piacerebbe avere in trasmissione - dice Porro - anche Germana Pasquero, che è bravissima nell'imitazione del ministro Fornero».
Come andrà questo secondo anno della strana coppia? «Intanto - scherza subito Telese - ora io sono direttore ed editore (di Pubblico), quindi un gradino sopra Nicola, che è vice direttore». «Bè - ribatte Porro - intanto speriamo che Luca riesca ad arrivare in studio...» Tra i colleghi si sa: i ritardi di Telese sono leggendari, figuriamoci con un quotidiano da organizzare ogni giorno... «E comunque gli auguro grande successo - aggiunge il conduttore liberale - anche se oggi come oggi io un giornale lo chiamerei Privato più che Pubblico». Tornando a In onda, Porro in questa nuova stagione vuole «coinvolgere gli invisibili, i non organizzati, cioè le persone come i commercianti e gli artigiani che stanno soffrendo molto per la crisi - e che non sono per forza evasori - ma non sono ascoltati perché non creano casini come hanno fatto i lavoratori dell'Alcoa a Roma». Fermo restando che la trasmissione deve restare «post-ideologica», «post-berlusconiana», nel senso che non deve perseguire una «contrapposizione di ideologie politiche», ma una «contrapposizione di idee, di sfumature». In più - aggiunge Telese - e qui esce l'anima da «rottamatore renziano» - deve tendere a un «rinnovamento generazionale presentando al pubblico facce nuove e interessanti come il vice direttore del Sole24Ore Alessandro Plateroti».
Ma i due, che ne La7 fanno capolino tra tanti big, cosa pensano delle fazioni che si sono scatenate dopo il caso Favia-grillini dentro la loro rete, con Mentana-Travaglio schierati da una parte e Formigli-Telese (sempre lui) dall'altra? «L'altro giorno - scherza, ma non troppo il neo direttore di Pubblico - mi ha chiamato Santoro (in arrivo a La7) e m'ha detto: La prossima volta che fate un complotto mi raccomando chiamatemi».
Più serio Porro: «Non riesco a capire perché quando le interviste rubate le mandano in onda altri va tutto bene, invece quando lo fa Formigli diventa un problema. Secondo me ha fatto una trasmissione bellissima e di quello scoop si sta parlando da una settimana». Bè, si capisce in quale schieramento si schiera il vice-direttore del Giornale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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