da Los Angeles
Prima in Europa, con l'uscita nelle sale italiane oggi, e l'anteprima per i giornalisti ieri (di cui sopra vi riportiamo) e dopo, venerdì nella casa madre, gli Usa. È spasmodica l'attesa per l'ottavo episodio di Guerre Stellari, Gli ultimi Jedi. Si prevedono incassi da capogiro, tanto che si scommette sulla possibilità di battere Titanic. In America, in attesa dell'arrivo nelle sale, il regista e alcuni protagonisti hanno incontrato la stampa internazionale accreditata. Ma i giornalisti invitati alla conferenza stampa di presentazione sono rimasti a bocca asciutta: a loro è stato fatto vedere il trailer, niente di più. È una pratica che sta diventando consuetudine alla Disney che dal 2012, da quando cioè ha acquisito la Lucasfilm e i diritti della saga di Star Wars, sforna un film all'anno e lo protegge dagli spoilers con una cura maniacale. «Vogliamo che la sorpresa resti intatta e per il rispetto che portiamo ai fan della saga abbiamo deciso di non mostrarlo in anteprima negli Usa», ha detto il regista e autore della sceneggiatura Rian Johnson. Intanto però la produzione e la commercializzazione dei film stanno acquistando modalità e proporzioni da catena di montaggio: un film all'anno, uscita a Natale, quando la gente ha più tempo per andare al cinema e gli incassi sono migliori. George Lucas in 30 anni aveva prodotto sei film. Da quando il marchio non è più suo, se ne contano già altri quattro: un'accelerazione davvero impressionante. La saga che fino a qualche tempo fa era l'emblema del cinema indipendente è diventata oggi il simbolo del cinema più commerciale, anche se rimane spazio per la qualità e per una certa vena malinconica che intenerisce i fan della prima ora. «Questo film è dedicato a Carrie Fisher», spiega infatti il regista. A un anno (l'anniversario esatto cadrà il prossimo 27 dicembre) dalla scomparsa della mitica principessa Leia, sarà possibile rivederla in carne ed ossa in The Last Jedi. La Fisher infatti aveva finito quasi tutte le sue scene prima dell'improvvisa scomparsa, lo scorso Natale. «La storia va avanti», spiega John Boyega, che interpreta Finn. Gli uiltimi Jedi inizia infatti dove si concludeva Il Risveglio della forza, il film del 2015 diretto da JJ Abrams. Il titolo fa riferimento a Luke Skywalker, interpretato ancora una volta da Mark Hamill, ingrigito ma sempre fiero, cui spetterà il compito di educare Rey (interpretata da Daisy Ridley) alle arti Jedi, anche se non lo farà a cuor leggero, avendo già fallito con il suo allievo precedente, Kylo (Adam Driver) figlio di Han Solo (Harrison Ford) e della Principessa Leia e passato al lato oscuro della forza.
Qualunque forza vinca, Star Wars è una gallina dalle uova d'oro, non più il simbolo
di un lavoro visionario e indipendente, ma un prodotto creato con una ricetta precisa, che non discosti troppo dall'originale. Ma gli studios non sbagliano, le sale saranno gremite e i bilanci a fine anno saranno ricchi.
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