«Un sacco di gente immagina che Dio sia una roba di spiritualità, di sentimenti» scrive Costanza Miriano nel suo ultimo libro dedicato alla Bibbia che nonostante il cuore in copertina e la grafica leggerina e lo stile superamichevole è tutto meno che sentimentale. L'amore anzi il matrimonio (nel mondo di Costanza, evangelico sine glossa, sono praticamente sinonimi) è qualcosa di molto serio e altrettanto duro. La Bibbia, scrive, è «una guida alla realtà» ovvero un libretto, o librone, di istruzioni per l'uso della vita. Si capisce pertanto che uno dei capitoli essenziali è il numero dieci: «Rebecca. Come trovare un fidanzato». Partendo dalla vicenda della moglie di Isacco, narrata nel Genesi, sviluppa una lezione di preziosissimo buon senso: «Occorre avere una visione del mondo che abbia almeno i fondamentali in comune». Altro che matrimoni misti, affinché l'unione duri bisogna appartenere allo stesso ambiente, alla stessa cultura e ancora più basilarmente alla stessa religione, come esplicitato, sebbene con cautela, nella pagina successiva: «Non sono più tanto certa nemmeno del fatto che la fede non sia imprescindibile. Forse lo si poteva ancora pensare una trentina d'anni fa (quando ero io a cercare un fidanzato), perché in generale c'era un minimo patrimonio comune di base, abbastanza condiviso. Temo che oggi non sia più così, e che un cristiano possa sentirsi un marziano in certi frangenti: trovarsi a parlare una lingua diversa, che rende impossibile capirsi anche sui concetti fondamentali».
Io, che non sto cercando un fidanzato, sulle prime non mi sono sentito molto coinvolto. Il solito libro della solita scrittrice per lettrici? Non direi, perché le solite scrittrici per lettrici sono atee o almeno fanno yoga. Ma comunque, senza dubbio, un libro rivolto prima di tutto alle donne. Per me che sono patriarcale gli eroi biblici si chiamano Abramo, Noè, Mosè, Davide, Salomone, per Costanza oltre a Rachele sono Giuditta, Rut, Susanna, Ester... Il libro che ci legge. La Bibbia come mappa del tesoro (Sonzogno) mi è servito dunque a colmare alcune misogine lacune. Avevo sempre evitato di approfondire Giuditta perché mi bastavano e avanzavano i violentissimi quadri di Artemisia Gentileschi, femministi avanti lettera. Dopo la lettura del capitolo tre non ho cambiato idea, anzi: l'eroina del popolo ebraico vi risulta giovane, bellissima e falsamente disponibile, ed è naturale che un maschio, ancorché non assiro, tenda a identificarsi col povero Oloferne, sedotto e decapitato.
Mentre dalla storia di Rebecca, ripensandoci, anche un uomo può trarre profitto. Pure chi non cerca un fidanzato, né una fidanzata, necessita di criteri per selezionare le persone con cui rapportarsi. Avere la stessa visione del mondo, i fondamentali in comune, dopo migliaia di anni è ancora importante, e in un numero ancor maggiore di situazioni: anche soltanto per uscire fuori a cena, nella mia esperienza personale. Leggere la Bibbia attraverso Costanza Miriano, e quindi non come documento ma come insegnamento, significa smettere di nutrire pericolose illusioni. E pericolosissime utopie. Innanzitutto l'utopia cosmopolitica, quella che, come ha scritto Flavio Cuniberto, «passa come uno schiacciasassi sopra l'iridato paesaggio delle differenze». Che passa o che passava, siccome la guerra fra russi e ucraini, le cui differenze ci sembravano risibili, ha tra i suoi effetti collaterali il rilancio delle faglie etniche. Volenti o nolenti l'umanità si sta riframmentando, fra le diverse lingue e le diverse religioni i fossati sembrano approfondirsi. Anche fra le diverse opinioni, come abbiamo sperimentato nell'ultima campagna elettorale. La grossolana propaganda del Partito democratico non faceva che esortare alla discriminazione diciamo culturale, col suo binarismo rosso/nero, buoni/cattivi. Il vero contenuto dei post di e con Enrico Letta non erano i contenuti, irrilevanti al limite della barzelletta (non sono infatti mancate le parodie), ma la distinzione amico/nemico, categoria politica cara a Carl Schmitt che fu anche il presidente dei giuristi nazionalsocialisti, accidenti. Altro che società aperta di popperiana memoria: tutto complotta a rinchiuderci in celle manichee. Sospetto che a questa macrotendenza ci si possa opporre come ci si può opporre allo scioglimento dei ghiacciai: con iniziative velleitarie, destinate al fallimento.
Meglio fare di necessità virtù e la virtù è quella di Rebecca, che sposa Isacco perché appartengono alla stessa stirpe. In piccolo e inconsapevolmente la stavo praticando anch'io, evitando cene e perfino aperitivi con chi la pensa come Letta. Chiamatemi pure veterotestamentario, non mi offendo.
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