Il loro addio a "Pechino Express", andato in onda nell'ultima puntata dell'adventure show di Raidue, ha rattristato molti. Scialpi e Roberto Blasi, la coppia dei Compagni, erano due dei concorrenti più attesi di questa edizione, soprattutto per via dei gossip pubblicati dalla stampa prima che iniziasse il programma condotto da Costantino Della Gherardesca. I rumor parlavano di una proposta di matrimonio avvenuta nel corso del viaggio sudamericano e di una cerimonia nuziale organizzata per fine agosto negli USA: alla fine i due hanno effettivamente detto "sì" ma i telespettatori di "Pechino Express" non hanno visto nessuna proposta. Il settimanale Visto ha intervistato il cantante, chiedendogli qualche dettaglio in più sulla nuova vita di coppia, da marito e marito, ma anche su come si sono conosciuti. Scialpi racconta: «Facebook è stato galeotto, come succede nelle storie moderne. Io non amavo molto Facebook, poi un giorno un mio amico mi convinse e mi aprì un profilo. Pubblicai una mia foto dov'ero ritratto con in braccio un orsacchiotto di peluche. Scrissi: "Vorrei sostituire questo pupazzo con un amore vero"».
L'"amore vero" non ha tardato molto a palesarsi. Aveva anche un nome e un cognome: Roberto Blasi. Da allora sono passati sei anni, Roberto è diventato il suo compagno prima, suo marito poi. «Mi arrivò un messaggio privato - ricorda Scialpi - Diceva: "Smetti di cercare perché l'hai trovato, sono io", seguiva la firma, "Roby". Pensai fosse il solito mitomane, poi decisi di stare al gioco: "Prima di diventare l'uomo della mia vita, dovremmo cominciare a conoscerci", gli risposi. Ci incontrammo il giorno seguente, approfittando del fatto che lui era a Roma. Quando ci stringemmo la mano fu una scossa, una scintilla - racconta quasi commosso - Andammo a passeggiare a Villa Borghese. Ad un tratto lui mi baciò e io risposi con passione. Lui partì, ma il rapporto non ne risentì. Dopo neanche un anno eravamo andati a convivere. Devo proprio dire che Facebook mi ha cambiato la vita».
Dopo il matrimonio americano, chissà che Scialpi e Roberto non vogliano anche metter su famiglia, magari con dei figli. Su questo l'artista ha le idee più chiare: «Nelle coppie etero, il padre dà il senso di imprinting e la madre quello della maternità: due papà raddoppierebbero l'imprinting.
Potremmo ipotizzare un figlio nato da un utero in affitto, ma per ora non ci pensiamo - dice - La cosa più importante per noi è far constatare che può esistere una condizione familiare e sociale come la nostra. Il nostro progetto di famiglia ora aspetta d'essere riconosciuto anche in Italia: ci arriveremo, anche se da buoni ultimi».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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