"Spider-Man: Far From Home", conclusione ufficiale della fase 3 del Marvel Cinematic Universe, controbilancia i tragici eventi di "Avengers: Endgame" (che non riassumiamo per evitare spoiler), regalando un paio d'ore in cui a prevalere è una certa leggerezza adolescenziale. La massiccia presenza di umorismo su primi turbamenti amorosi e affaire scolastici non esclude però che si affrontino anche argomenti profondi come il valore della fiducia, il potere delle illusioni e il superamento del lutto.
Ambientato in giro per tutta Europa (da Venezia a Praga, passando per Londra e Berlino) e fedele, in particolar modo, ai luoghi comuni sul Bel Paese, "Spider-Man: Far From Home" ha un ritmo frizzante, scene d'azione coreografate magistralmente e un protagonista, Tom Holland, che si conferma perfetto nei panni del tessiragnatele.
La trama vede il giovane Peter Parker (Holland) fiducioso di superare i recenti traumi concentrandosi sulla scuola e sugli amici, oltre che sull'obiettivo di dichiararsi a M.J. (Zendaya) durante l'imminente gita scolastica in Europa. A scompigliare i suoi piani arriva però la chiamata di Nick Fury (Samuel L.Jackson) che lo recluta per fare squadra con Quentin Beck (il sempre carismatico Jake Gyllenhaal), alias Mysterio, eroe in visita da una dimensione parallela. Con lui Peter dovrà affrontare gli Elementali, mostri giganteschi intenzionati a distruggere la Terra.
L'incipit del film gestisce in maniera brillante il post-Endgame, spiegando con molta ironia le conseguenze del "blip", nome dato alla scomparsa di metà della popolazione mondiale e al suo successivo ritorno in vita a cinque anni di distanza. La continuità narrativa, comunque, è garantita in pochi minuti, mentre il corpus del film verte soprattutto sulle avventure di Peter in versione studente sedicenne, tanto impacciato nella vita privata quanto oberato dalle responsabilità da supereroe. Conciliare il desiderio di vivere un'esistenza normale con il dovere derivato da una pesantissima eredità morale non è facile per lui, soprattutto considerate le enormi aspettative altrui. E' proprio sul desiderio dell'opinione pubblica di affidarsi a un eroe che gioca l'entrata in scena di un personaggio come "Mysterio", enigmatico villain che affascina grazie alla perfetta padronanza degli strumenti manipolativi di massa propri della nostra contemporaneità. Con lui il film si arricchisce di interessanti riferimenti alla genesi delle fake news e alla loro funzione sociale.
In definitiva, "Spide-Man: Far From Home" ha tutto il necessario per piacere ai fan, essendo fedele allo spirito dei fumetti, frizzante e mai noioso, ma ha forse un limite nell'eccessivo
abbassamento di toni che vede messa al bando per tutta la visione l'epica supereroistica.A essere memorabili, più del film, sono le scene post-credit. Assolutamente vietato quindi abbandonare la sala durante i titoli di coda.
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