Tanti auguri a Edwige Fenech, splendida 70enne

Compie 70 anni l'attrice simbolo della commedia sexy all'italiana. Sogno erotico di una generazione - e forse più - di uomini, ha rivelato: "Spogliarmi davanti a gente che non conosco è stato terrificante". Oggi è produttrice e nonna di Asia

Tanti auguri a Edwige Fenech, splendida 70enne

Nata in Africa da mamma italiana e padre maltese. Già dalla nascita si capiva che la sua vita non sarebbe stata banale. Compie 70 anni Edwige Fenech, attrice simbolo della commedia sexy all'italiana e sogno erotico di una generazione - e forse più - di uomini. Un'etichetta che le hanno affibbiato tutti. E che ha provato in ogni modo a staccarsi di dosso. Riuscendoci, seppure in parte. Oggi la Fenech - nata Sfenek - è una produttrice di successo, orgogliosa dei suoi 70 anni e della nipotina Asia. "Essere nonna è una sensazione bellissima. La mia età? Non è un problema. Trovo assurdo rifiutare il tempo che passa", ha confidato qualche tempo fa.

Per lei il tempo sembra non passare mai. Ancora oggi la sua bellezza è magnetica, stordente. Figuriamoci quando era una ragazza come tante, in una città come tante - Annaba - dell'Algeria francese. Va a Parigi per studiare medicina, ma comincia a lavorare come fotomodella e attrice. A 20 anni la sua prima apparizione cinematografica: "Toutes folles de lui", regia di Norbert Carbonnaux. La parte è piccola, una sola battuta da recitare. Èun disastro, deve ripeterla 32 volte. Va meglio con "Alle dame del castello piace molto fare quello", sempre in Francia, sempre nel 1967. Poi il trasferimento in Italia. Gli inizi non sono dei migliori. Diversi lavori non pagati, la relazione con un uomo che la mette incinta del suo unico figlio Edwin. Da allora sono passati quasi 50 anni, ma la Fenech non ha mai voluto svelare l'identità del padre. L'attore Fabio Testi? Prima lo ammette, poi smentisce.

Tutto cambia quando Edwige conosce il regista e produttore Luciano Martino, che la trasforma in uno dei volti di punta del giallo all'italiana. È protagonista in "5 bambole per la luna d'agosto" di Mario Bava (1969), "Perchè quelle strane gocce di sangue sul corpo di Jennifer?" di Giuliano Carmineo (1972), "Lo strano vizio della signora Wardh" di Sergio Martino (1972). Ma è la commedia sexy a trasformarla nel sogno erotico di tutti gli italiani: "Quel gran pezzo dell'Ubalda tutta nuda e tutta calda" di Mariano Laurenti (1972), "Giovannona coscialunga disonorata con onore" di Sergio Martino (1973) e "La signora gioca bene a scopa" di Giuliano Carnimeo la relegano però nella parte della bella svampita. L'andazzo continua per tutti gli anni Settanta e primi anni Ottanta, quando Edwige sbotta ("Spogliarmi davanti a gente che non conoscevo era terrificante. Io sono sempre stata una persona discreta, anche nel modo di vestire. Sono sempre stata minimalista, mai in giro scollata o trasparente, mai topless") e a un certo punto spicca il grande salto verso il mondo dorato della televisione. In mezzo, la relazione - durata 14 anni - con Luca Cordero di Montezemolo, che le costa varie insinuazioni ("È una raccomandata").

Dopo l'esordio come presentatrice su Italia 1 ("Ric e Gian", 1983; "Bene, bravi, bis", 1984; "Risatissima", 1985), debutta a teatro con il dramma "D'amore si muore" di Giuseppe Patroni Griffi, con Massimo Wertmüller e Fabrizio Bentivoglio. Poi ancora tv, con l'apice della sua carriera rappresentato dalla conduzione del Festival di Sanremo 1991. È in questi anni che Edwige cambia il suo rapporto con il cinema e la televisione. Da attrice si trasforma in produttrice con la sua società "Immagine e cinema".

Torna a recitare negli anni 2000 per un cameo in "Hostel: Part II" (2007) di Eli Roth, grande amico di Quentin Tarantino che prima le fa autografare uno per uno i dvd della collezione dei suoi film, e poi ribattezza "Ed Fenech" uno dei personaggi del suo film "Bastardi senza gloria" (2009). Tre anni dopo l'attrice francese - naturalizzata italiana - recita nella fiction "La figlia del capitano".

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