Torna John Fogerty con il suo rock nato nelle paludi

La seconda giovinezza dell'ex frontman dei Creedence Clearwater Revival

Torna John Fogerty con il suo rock nato nelle paludi

Alla guida dei Creedence Clearwater Revival ha dominato le classifiche dei dischi dal 1969 al 1972 con classici come Proud Mary. John Fogerty ha inventato un genere musicale, lo swamp rock, che prende nome dalle paludi della Louisiana.

Fogerty ha sciolto i Creedence nel 1972 e poi ha intrapreso una carriera solista senza eseguire per vent'anni i suoi successi... Ha scritto nuovi pezzi che sono diventati a loro volta dei classici come Rockin' All Over the World o Centerfield, eseguite dal vivo anche da Bruce Springsteen. Fogerty ci ha raccontato la ricetta delle sue canzoni dicendo: «Per fare un brano swamp ci vuole una chitarra col vibrato, una sezione ritmica tosta e un testo che contenga parole come hodoo man, full moon, bayou. Una notte ho avuto chiaramente la visione di una terra fatta di stregoni, coccodrilli e distese d'acqua maleodoranti, così ho cominciato a scriverci sopra delle canzoni». Dal primo album con accenti psichedelici, nasce così la vena compositiva di John Fogerty fatta di successi come la dura Born On the Bayou, il pezzo che apre i suoi concerti, Green River («nata lungo il fiume dove andavo a pescare da bambino, e dove un discendente di Buffalo Bill mi raccontava delle storie incredibili sul Far West»), la cruda Bad Moon Rising, le polemiche e impegnate Fortunate Son, Who'll Stop the Rain e Run Through the Jungle contro la guerra del Vietnam. Parte del movimento hippie era contro i Creedence ma Fogerty rispondeva così ai soloni del Movimento. «Io vedo con gli occhi del proletariato e canto la vera America. L'America è la gente, il Montana, le campagne del Sud, il blues, il Grand Canyon...».

Dopo più di vent'anni dalla fine dei Creedence Fogerty, come dicevamo, ha ripreso in mano il repertorio dei Creedence in concerto e su disco, integrandolo con i nuovi lavori come Centerfield (che conquistò un Grammy) o Blue Moon Swamp. John ha spiegato così il ritorno alle origini: «Un giorno me ne andai in Mississippi per visitare i luoghi del blues, soprattutto la tomba di Robert Johnson. Lì vicino c'era una piccola cappella e mi soffermai a pregare e a pensare un po' al passato. Capii così che le canzoni di Robert Johnson erano state riprese da diversi artisti ma non avevano perso la loro primitiva carica, anzi, si erano tramandate nel tempo ed erano diventate ancora più importanti nella storia della musica moderna. Così ho cominciato a rileggere il mio repertorio e a suonarle dal vivo con artisti come Bruce Springsteen e gli ZZ Top e wow, ho provato una scossa che non provavo da tempo». Negli ultimi anni John è stato attivissimo sia in concerto che su disco, mentre gli altri due Creedence (il quarto, il fratello Tom, è morto da parecchi anni), con cui ha interrotto i rapporti, portano in giro le canzoni della band sotto il nome di Creedence Clearwater Revived. Ma le versioni di John sono un'altra cosa. Si vede che sono farina del suo sacco. «Quando scrivevo i brani dei Creedence avevo già tutto in testa... Io sapevo esattamente cosa bisognava fare per scrivere una buona canzone. Per questo mi chiamavano the grumblin' leader, il leader brontolone, ma io lo facevo per il bene della band». Molto poco modesto, ma i fatti gli hanno dato ragione.

Non è tipo da star fermo il vecchio John, e a 75 anni sta aspettando il momento di tornare sul palco; intanto si è fatto venire una gustosa idea. Durante il lockdown ha reclutato i tre figli e ha cominciato a incidere brani da pubblicare su youtube una volta alla settimana. Suona che ti risuona, brano dopo brano, la band familiare ha raggiunto una notevole qualità artistica e John ha deciso di pubblicare le session in un disco intitolato Fogerty's Factory, che parafrasa la copertina dello storico disco dei Creedence Cosmo's Factory, che in questi giorni compie mezzo secolo. «Quando il mondo si è fermato per la pandemia - dice John - la notizia è stata tetra e spaventosa. Eravamo tutti insicuri di ciò che un tempo davamo per scontato. Tuttavia, la cosa ha anche riunito molti di noi, abbiamo presto scoperto di avere il tempo che non avevamo mai avuto prima. Così ho suggerito alla mia famiglia di fare della musica per alleviare il dolore di tanta gente. La musica a noi ha sempre portato molta gioia e abbiamo pensato di condividerla. Così ci siamo riuniti nel nostro studio di casa e abbiamo chiamato il disco Fogerty's Factory ricreando anche quella foto di copertina, usando cose che avevamo in casa come la mia moto o la mia bicicletta, che a suo tempo era cavalcata da Doug perchè, lo ricordo, Cosmo's Factory era lo studio di Doug Clifford, soprannominato Cosmo»: L'album è di un'energia e di una qualità sorprendente nel rileggere i classici dei Creedence come Have You Ever Seen the Rain o il blues Tombstone Shadow o Proud Mary e anche alcuni classici della tradizione come la mitica City of New Orleans di Steve Goodman.

Non a caso il suono è perfetto e tirato, come quello di una vera band, e la voce di Fogerty, una delle più grintose della storia (non a caso è stato definito il Cassius Clay del rock) potente e giovanile come mai. «È merito della passione! Da quando sono tornato in pace con me stesso e ho metabolizzato il mio passato, so quello che posso dare ancora al mio pubblico e ai ragazzi che oggi amano il rock».

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