"Mi piace fare il cattivo di “Doolittle” così insegno ad amare gli animali"

"Mi piace fare il cattivo di “Doolittle” così insegno ad amare gli animali"

Matteo Ghidoni

da Los Angeles

A chi non piacerebbe poter dialogare con gli animali? Parlare il loro linguaggio e, grazie a questo talento, stabilire con loro un rapporto di amicizia profonda. Dolittle, nelle sale italiane dal 30 gennaio, terzo film ispirato alla serie di romanzi scritti dall'autore inglese Hugh Lofting in Italia è famoso soprattutto quello interpretato negli anni Novanta da Eddie Murphy -, immagina la vita di un veterinario dotato di questa capacità. La commedia, diretta da Stephen Goghon, ha come protagonista l'eccentrico veterinario Dottor John Dolittle. Portato in scena da Robert Downey Junior, in questo capitolo della saga dovrà affrontare un lungo viaggio in compagnia dei suoi collaboratori animali, cercando di sfuggire alle grinfie del cattivissimo, si fa per dire, Dr. Blair Müdfly interpretato da Michael Sheen.

Dopo Masters of Sex, l'attore gallese cinquantenne torna a vestire i panni di un dottore e lo fa con il consueto stile, fra l'ironico e il minaccioso, che gli è valso una nomination ai Golden Globes del 2014. «Intanto è un piacere sapere che sono riuscito a suscitare questo tipo di reazioni - dice Sheen con un sorriso per costruire il mio personaggio ho voluto capire a fondo perché lui odia Dolittle. È stato utile leggere la loro storia, sapere che erano all' università insieme, che quella fra loro è una rivalità, nel caso di Müdfly un'invidia, che dura da anni. Ora Dolittle è un uomo libero, di talento e che non bada molto a ciò che pensano gli altri, mentre il mio antagonista pur essendo diventato consulente medico personale della regina d'Inghilterra, continua a sentire la pressione di quella rivalità. Giocare con questi sentimenti e con le sue frustrazioni, mi ha permesso di creare un personaggio che fa paura e fa sorridere allo stesso tempo».

Dottor Dolittle è un'avventura per tutta la famiglia, in cui ci sono tante battute divertenti, avete avuto modo di improvvisare sul set?

«Il bello è stato proprio che abbiamo cambiato il copione diverse volte, anche pochi minuti prima di girare le scene. Mi trovo molto bene a lavorare con Robert Downey Junior perché è un artista molto generoso, abbiamo entrambi l'apertura mentale e l'esperienza per poter improvvisare senza perdere di vista il nostro script. A questo va aggiunto che Goghon, il regista, è decisamente a suo agio con l'idea di mantenere scene e dialoghi sempre freschi, evitando le banalità. Soprattutto le gag in cui recitavamo solo io e Robert, sono spesso nate da situazioni giocose fra noi due».

Ha mai parlato con Eddie Murphy, protagonista di Il Dottor Dolittle, del 1998?

«In realtà non ho mai parlato con Murphy, non ho neanche visto quel film. Per preparare il mio personaggio mi sono ispirato più che altro a Doctor Dolittle del 1967. Ricordo che da bambino i miei mi hanno portato in gita, a vedere la pellicola con Rex Harrison e mi sono subito innamorato».

Il suo Dr. Masters, in Masters of Sex, studiava la natura umana e la sessualità, qual è l'obiettivo del Dr. Müdfly in Dolittle?

«Diciamo che lui ha perso di vista il suo vero scopo. Mentre Dolittle vuole davvero aiutare gli animali, conoscerli meglio, il mio personaggio punta al successo e al potere. Da giovane sognava di diventare un bravo dottore, poi ha cominciato a invidiare il suo rivale di sempre e ha perso di vista i suoi sogni di gioventù».

Prima il Dr Masters, ora il Dr. Müdfly: diventare dottore era il suo piano B nella vita?

«Assolutamente no. Masters era un uomo ossessionato dal suo lavoro, appassionato, in un certo senso anche Müdfly ha un'ossessione. Sono questi i personaggi che mi piacciono, quelli che hanno una missione da compiere».

Gli animali sono spesso le prime vittime. Basti pensare agli incendi in Australia, al bracconaggio... Lei crede che un film come Dolittle, in cui gli animali sono al centro, possa aiutare a cambiare l'approccio delle nuove generazioni?

Me lo auguro. Spero che incoraggi chiunque di qualsiasi età a tutelare e, se è necessario, prendersi cura del mondo animale. Condividiamo lo stesso mondo, anche se purtroppo noi umani tendiamo a pensare di essere gli unici padroni della terra.

Ecco perché il bello di questo film è anche vedere Dolittle che tratta le bestie come sue pari, a volte rispettandole ancora di più di quanto faccia con alcune persone che hanno cattive intenzioni. Penso che sia un modo di relazionarsi con gli animali stupendo».

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