Poi parla Loredana Bertè. E, come si sa, non usa mezzi termini. «Il mio nuovo disco parla di diritti», spiega lei che è in prima fila nella difesa dei diritti civili da quando non importavano (quasi) niente a nessuno. Perciò si è rimboccata le maniche e pubblica Manifesto, un titolo che vale un programma. Dieci brani, dieci manifesti. «Una bomba», come diceva lei mentre lo stava registrando. Per farla detonare, si è affidata al meglio in circolazione, visto che i brani sono firmati da Fedez, J-Ax, Riccardo Zanotti dei Pinguini Tattici Nucleari, Gaetano Curreri, Il Cile e addirittura Ligabue, che le ha scritto un brano di getto, dopo averla vista in un programma tv.
Una cosa d'altri tempi, vero Bertè?
«Sì Luciano ha visto una mia intervista in tv nella quale ho rivelato di aver subito violenza quando avevo 15 anni. Un episodio sul quale non avevo quasi mai parlato. È rimasto così tanto colpito che ha scritto Ho smesso di tacere».
Intensissimo.
«Quando l'ho cantato in studio, mi sono messa a piangere. Un brano crudo, vero. Mi ha preso immediatamente».
Ligabue le ha detto: «Per smettere di tacere, serve coraggio, e a te, Loredana, il coraggio non è mai mancato. Grazie per aver dato vita a questa canzone, con tutta la tua voce e con tutto quello che la tua voce contiene e racconta».
«Quella canzone è una perla che esalta questo disco».
È il suo diciottesimo. Il primo è uscito nel 1974, l'anno prima di Sei bellissima.
«Sicuramente c'è continuità nella mia vita artistica perché faccio dischi solo quando ho qualcosa da dire. E la potenza del racconto è rimasta ancora quella dei primi dischi».
Il suo vero manifesto è sempre stato Non sono una signora.
«Ma io continuo a portare avanti questa dichiarazione di libertà anche nel nuovo album».
Il disco è stato presentato dal singolo Bollywood, nel quale canta di «caos scambiato per libertà».
«Sì Riccardo (Zanotti, dei Pinguini Tattici Nucleari - ndr) mi ha mandato questo pezzo spaziale che poi abbiamo, come dire, bertizzato».
Una sorta di urlo di «libertè».
«Secondo il mio parere, il Ddl Zan non era una legge riservata solo ad alcune categorie. E io dico che io dico dovrebbe essere vietato bullizzare, disciminare, offendere, rendere la vita impossibile a uomini e donne che hanno tutto il diritto di essere quello che sono. E mi riferisco anche all'ordinanza del sindaco di Terni che vieta di indossare abbigliamento indecoroso o indecente. Un provvedimento davvero opinabile».
Insomma, una società che non le piace.
«Ho la sensazione che la Famiglia Addams sia più avanti e più democratica».
Dice così perché ha doppiato anche il secondo film animato della serie (un successo in sala).
«Sì ho fatto la Nonna Rock e mi sono divertita da morire».
Tra tutte le signore della canzone italiana, lei è forse quella più «trasversale»: piace anche ai ragazzini.
«È vero, me ne sonno accorta anche io durante i concerti che ho fatto questa estate, tutti seguiti e tutti seguiti da persone di ogni età. Allora vuol dire che mi sono presa una generazione in più. Ormai sono quattro. E io, posso dirlo?, ne sono soddisfattissima. Dopotutto non ho mai avuto barriere di genere come, adesso, non ho barriere di età. E, dai commenti che vedo sui social, mi pare di capire che i giovanissimi abbiano una bella energia e questo mi fa ben sperare».
Non solo doppiatrice. La sua è una vita da film. Mai pensato di recitare se stessa in un film?
«Oddio, mi sono arrivate tante proposte, ma non ho ancora deciso. Di certo il mio Manifesto non si ferma qui».
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