Ad avere la benedizione di due «padrini» come Peppe Vessicchio e Fio Zanotti c'è davvero da metterci la Firma. Che in questo caso non sta per «sottoscrizione del proprio nome e cognome» ma quale acronimo di Federazione Italiana di Ricerca Musica e Arte. E pure il sostantivo «benedizione» calza a pennello, visto che l'argomento è la musica spirituale per definizione, il gospel.
Ma per una volta non si pensi agli americani coloured che, con i loro tuniconi, allietano le funzioni made in Usa. Basta fermarsi a Piacenza, dove ha sede l'associazione Firma, sulle cui basi si fonda un progetto ambizioso ma che in poco tempo ha riscosso un notevole successo: l'Italian Gospel Choir. In pratica una nazionale italiana di gospel, esattamente come ce n'è una di piloti, di avvocati o cantanti.
Un'idea balzata in mente all'eclettico presidente di Firma, un piacentino di 38 anni, Francesco Zarbano. Era l'estate di alcuni anni fa e Francesco girava l'Italia con il Nicolini Gospel Choir, la corale del capoluogo emiliano che collabora con il prestigioso Conservatorio di Piacenza. «Un'esperienza positiva che mi ha arricchito».
Francesco, però, si era stufato dei soliti campanilismi all'italiana che «mal si conciliano con la spiritualità tipica del genere». Così la nascita, il 24 maggio 2010, dell'associazione piacentina e dell'Italian Gospel Choir, un gruppo di persone che, «dalle Alpi a Lampedusa credono tutte nello stesso progetto». Istituzionalizzato nel dicembre 2010 con il patrocinio della Presidenza del Consiglio e con una medaglia di rappresentanza conferita dal Presidente della Repubblica.
Un inizio, per la verità, un po' in sordina quello dell'Italian Gospel Choir, con l'adesione di una quindicina di cori. Cresciuti esponenzialmente nel giro di sei mesi, tanto da arrivare a più di cento dopo quattro anni dalla nascita. E oltre 500 voci «dalle Alpi a Lampedusa». Che si esibiranno, guidati dal talentuoso maestro Alessandro Pozzetto, per la seconda volta sul sagrato della cattedrale, stasera alle 20.30 (in diretta su Radio Monte Carlo). Anche in questo caso con una benedizione di tutto rispetto, quella della Veneranda Fabbrica del Duomo.
«Torniamo a Milano, dopo il 2011, con la voglia di stupire e di mettercela tutta - conclude Francesco Zarbano -. Un'opportunità per cui dire grazie a monsignor Gianantonio Borgonovo, arciprete della Cattedrale.
Vestiamo con amore e onore i colori dell'Italia e con questa filosofia di unione, da Nord a Sud e con umiltà, lavoriamo sempre e solo al servizio della musica».E di fronte a un God bless you c'è davvero da metterci la Firma.
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