Le Olimpiadi s'hanno da fare. Parafrasando una citazione manzoniana, ci si prepara sempre di più a un'estate particolarmente calda nonostante la presenza sgradita del Covid-19 non sia stata completamente debellata. I Giochi di Tokyo ci saranno dal 23 luglio all'8 agosto. L'indicazione è chiara ed è stata rafforzata anche da chi conta assai. Il gruppo delle sette maggiori economie industrializzate del mondo (G7) sosterrà gli sforzi del Giappone tesi alla realizzazione della rassegna a Cinque Cerchi con una dichiarazione congiunta al prossimo summit in Cornovaglia, nonostante i dubbi legati alla gravità della crisi pandemica. Un sostegno richiesto dal Governo proprio per cercare di tranquillizzare un'opinione pubblica riluttante alla manifestazione per i rischi connessi. È fatto ben noto che l'esecutivo nipponico abbia deciso di estendere lo stato di emergenza fino al 20 giugno. Un provvedimento riguardante 9 prefetture, tra cui anche la stessa capitale giapponese. Ciò ha alimentato il senso di disapprovazione della collettività nei confronti dei Giochi (60% degli intervistati nell'ultimo sondaggio dell'agenzia Kyodo contrari all'organizzazione dell'evento), anche per via di una campagna vaccinale che procede a ritmo decisamente lento (il 2-3% della popolazione a essere immunizzata).
Come affermato però da John Coates, n° 2 del CIO, le Olimpiadi ci saranno anche in stato di emergenza. «Lo stiamo facendo per gli atleti perché il loro desiderio che i Giochi si svolgano è alto come mai prima, e noi vogliamo dar loro l'opportunità di competere», le considerazioni di Coates, certo che poi il via della macchina a Cinque Cerchi possa avere degli effetti confortanti: «Buona parte dell'opinione pubblica di qui non vuole i Giochi? Vedrete che poi tanta gente cambierà idea», ha aggiunto il vice-presidente del CIO. È noto però che circa 10.000 degli 80.000 volontari per le Olimpiadi abbiano detto agli organizzatori che non parteciperanno per le preoccupazioni legate al Covid.
La presidente del Comitato organizzatore Seiko Hashimoto, tuttavia, ha ribadito che ormai non si può tornare indietro anche per gli interessi economici legati inevitabilmente all'evento. In buona sostanza l'unica vera decisione riguarda la presenza o meno del pubblico e su questo aspetto ci si pronuncerà proprio entro il 20 giugno per aver un quadro completo della situazione.
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