Bergomi: "Quali sono i mali dell'Italia. Mancini via? Se lo conosco..."

Giuseppe Bergomi ha parlato della debacle dell'Italia di Roberto Mancini che ancora una volta, la seconda consecutiva, non prenderà parte al Mondiale di calcio

Bergomi: "Quali sono i mali dell'Italia. Mancini via? Se lo conosco..."

L'Italia di Roberto Mancini è stata estromessa dai playoff Mondiali dalla modesta Macedonia del Nord e questo deve far riflettere tutto il movimento per una tale debacle, soprattutto dopo aver vinto gli Europei solo otto mesi fa. In esclusiva per ilgiornale.it, Beppe Bergomi, ex grande calciatore e oggi opinionista Sky Sport e presenza fissa a "Sky Calcio Club" di Fabio Caressa (in onda domenica 3 aprile dalle 22.45 su Sky Sport 24 per il post partita di Juventus-Inter), ha commentato da debacle azzurra toccando diversi temi da Mancini, ai giocatori fino ad arrivare al movimento calcistico italiano:

Bergomi, cos'è successo ieri sera?
"Abbiamo giocato male, malissimo. Quella leggerezza e quella magia che c'erano all'Europeo ieri sera sembravano svaniti nel nulla. La palla sembrava pesante e i giocatori non erano sereni. Uno su tutti orginho che ci ha trascinato agli Europei ma poi anche tutti gli altri o quasi.. Le idee c'erano e hanno anche cercato di sviluppare gioco ma erano lenti, prevedibili e imprecisi. I calciatori hanno sentito tanto la responsabilità di questa partita e abbiamo pagato dazio. Poi, come dice anche Mancini, dopo gli Europei la fortuna ci ha voltato le spalle. Spenso ai rigori sbagliati, alle occasioni di Berardi fallite da Berardi... Comunque la partita la devi portare a casa in ogni modo contro quel tipo di avversario".

Si sta parlando di responsabilità di Donnarumma sul bel gol dei macedoni: lei è d'accordo?
"Sul gol non gli do molta responsabilità onestamente. Il calciatore macedone ha calciato benissimo, mi sembrava veloce e angolata la conclusione. Non mi sento di dargli responsabilità per la sconfitta".

Secondo lei se l'Italia fosse passata sarebbe poi stata comunque eliminata dal Portogallo vista la condizione psico-fisica degli azzurri?

"Contro il Portogallo sarebbe stato altro tipo di partita, perché avrebbero giocato entrambe a viso aperto e dunque mi resta il punto di domanda. Se fossimo usciti con i lusitani lo puoi accettare ma con la Macedonia è davvero una brutta botta".

Per lei questa cocente eliminiazione è peggio di quella contro la Svezia nel 2017?

"Sì perché quella nazionale faceva fatica mentre questa è campione d'Europa in carica. La nazionale di Ventura aveva nel girone la Spagna mentre in questo non siamo risuciti a battere Svizzera, Irlanda del Nord e Bulgaria e quindi ci siamo tirati da soli la zappa sui piedi. A Mancini non dico nulla ci ha fatto vincere Europeo in una maniera fantastica e inaspettata. Quando l'Italia arriva a fase finale fa quasi sempre bene, il nostro problema è non riuscire a dare continuità, vinciamo il Mondiale nel 2006 poi facciamo male o malissimi e nel 2021 vinciamo gli Europei. Viviamo di picchi altiissimi ma anche di cadute rovinose. Qui ci sono problemi ben più profondi da ricercarsi nel sistema calcio italiano".

Bisogna ripartire da Mancini o è giusto cambiare dopo una dipartita del genere?
"Roberto è un ottimo allenatore e questo è indiscutibile. Quando succedono queste cose gravi sportivamente parlando bisogna capire se ci sia qualcuno che debba pagare e solitamente è così. Gravina l'ha confermato ma non so che decisione prenderà lui. Se lo conosco un po' mi farebbe strano rivederlo al suo posto".

Si è discusso molto di Balotelli: lei l'avrebbe portato?
"No, nemmeno io l'avrei portato. Penso che Roberto sarebbe andato con questi uomoni qui a prescindere da tutti e quindi per me non ha sbagliato e non me la sento di dargli la croce per questa cosa. Degli errori sono stati fatti perché se non batti la Macedonia del Nord ti devi interrogare su tante cose al netto di chi va in campo".

Cosa manca a questa nazionale e da dove bisogna ripartire?
"Il problema non è né in difesa né a metà campo.

Davanti bisogna trovare quel campione, quell'attaccante importante che permetta di fare la differenza. I nostri sono tutti bravi ma hanno palesato fatica a segnare. Il problema va ricercato nel sistema calcio italiano che forse va riformato perché si fa davvero fatica a sfornare talenti nostrani dai settori giovanili".

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