Berrettini resiste un set con l'alieno Alcaraz. Ma esce tra gli applausi

Finisce la corsa di Matteo, battuto al quarto Il suo torneo londinese segna una rinascita

Berrettini resiste un set con l'alieno Alcaraz. Ma esce tra gli applausi
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«L'erba è la superficie più stupida su cui giocare a tennis»: parole di Christopher Eubanks dopo aver perso poco tempo fa al primo turno di un Challenger. Stiamo parlando della vera sorpresa di Wimbledon, che però avrà cambiato idea ieri dopo aver battuto al quinto set Tsitsipas e aver poi visto Alcaraz-Berrettini. Perché è vero che quella di Londra sarà pure una superficie strana, ma alla fine chi vince ha sempre ragione, quasi fosse un'equazione matematica con qualche variabile che non però cambia il risultato.

E insomma: i miracoli purtroppo sono finiti, e non poteva essere altrimenti per Matteo davanti al numero uno del mondo, dopo essere arrivato a Church Road ad inizio torneo con una borsa piena solo di cattivi pensieri. La corsa finisce qui, eppure questa volta non è più l'ennesimo inciampo del destino, ma una ripartenza che lo porterà di nuovo dove merita, considerato che - per sua stessa ammissione - è stato per un attimo vicino a mollare tutto. E invece no: Berrettini è ancora lui, il martello che ha sfiorato la vittoria a Wimbledon nel 2021, è stato privato dal Covid di un possibile trionfo nel 2022, ed è resuscitato nel 2023. D'altronde, qui, è il posto più magico del tennis.

Ha vinto Alcaraz dunque (3-6, 6-3, 6-3, 6-3), dopo che per undici set consecutivi, da inizio settimana, Berrettini non aveva mai perso la battuta. È bastato mettere un po' di sabbia nel suo ingranaggio, all'inizio del secondo set (e salvare una palla break), per far saltare il sistema nervoso e psicofisico sul quale l'italiano aveva costruito la sua corsa irrefrenabile. Ed a quel punto sono mancati un po' di fiato e di lucidità per arginare lo spagnolo. Che, una volta capito tutto del servizio atomico dell'avversario, si è scatenato secondo talento.

Alcaraz insomma è un alieno, nessuno - nemmeno i tre tenori del Nuovo Millennio - ha fatto tanto alla sua età. Però sia orgoglioso Matteo, uscito dal campo firmando autografi e tra gli applausi di tutti, Carlitos compreso. Solo un paio di settimane fa non sapeva neanche se sarebbe sceso in campo, e invece ha costruito in silenzio e con fatica uno splendido ritorno al tennis. Wimbledon saprà aspettarlo, magari per la volta buona.

Così ecco che all'Italia resta ora Jannik Sinner, protagonista oggi del secondo match sul Campo 1 contro l'altra sorpresa del torneo, il russo Safiullin. Il vincente di questa sfida (incrociamo le dita) incontrerà chi sopravvive tra Djokovic e Rublev, mentre il buon Christopher - americano di colore amico dell'attore Jamie Foxx (ieri in tribuna), e che a 27 anni è entrato per la prima volta prima nei Top 100, poi nei Top 50, aggiungendo a questo l'esordio nei quarti di uno Slam alla prima apparizione - se la vedrà con Medvedev, nella parte in cui Alcaraz incrocia con Rune.

Ovviamente Eubanks parte sfavorito, però poi se resta convinto che l'erba sia davvero stupida, magari pure Wimbledon finirà per credergli.

Oggi in tv su Sky: Campo Centrale (ore 14.30): Swiatek-Svitolina, Rublev-Diokovic. Campo 1 (ore 14): Peugula-Vondrousova, Sinner-Safiullin.

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