Brasile, Neymar ci prova. Ma è tutta la Seleçao che non scalda il cuore

Dalle critiche in patria per l'atteggiamento col Camerun alle feste nei locali non appropriati

Brasile, Neymar ci prova. Ma è tutta la Seleçao che non scalda il cuore

Non è merito delle carezze di Ronaldo, quello vero, il Fenomeno, che gli ha toccato la caviglia gonfia nei giorni scorsi. È tutto merito della natura e delle cure di medici e fisioterapisti che hanno restituito in tempo utile per l'ottavo di stasera al Brasile il suo nume tutelare, che è poi Neymar. Già qualche filmato sugli allenamenti sostenuti venerdì sera ha dettato la convinzione che il recupero, pronosticato addirittura per la finale, sarebbe avvenuto in largo anticipo contro la Corea che è un rivale inesplorato, dotato di corsa e determinazione. Dal ct Tite la conferma è diventata pubblica e solenne durante l'ultima conferenza: «Se si allena viene con noi, ricordatevi che nella mia carriera non ho mai dato informazioni sbagliate». Evviva la sincerità. Anche perché fare pretattica, in questo mondiale, è considerato un atto di estrema debolezza. Naturalmente se Neymar sarà considerato abile ed arruolabile può essere anche subito schierato.

Nel caso di qualche eccessivo calcolo prudente, può anche eventualmente partire dalla panchina e poi arrivare in soccorso verde-oro in caso di necessità. Intendiamoci: fin qui Neymar ha solo promesso e poco mantenuto perché si è fermato dopo la prima con la Serbia e nel frattempo Richarlison e poi Casemiro hanno risolto le due pratiche indispensabili per guadagnare la qualificazione dopo 180 minuti e rilassarsi poi al terzo impegno. In Brasile, a dire il vero, non hanno preso benissimo né lo schieramento allestito da Tite e nemmeno la sconfitta col Camerun che ha il sapore di un calcolo per guadagnarsi un ottavo in piena salute visto che invece la Corea deve tornare a correre dopo appena 3 giorni di tempo.

Tite deve difendersi da qualche sospetto di troppo mentre Thiago Silva, il capitano, oltre che il leader del gruppo deve difendere i suoi sodali accusati d'aver vissuto una serata di libertà concessa a qualificazione guadagnata, in locali non proprio adatti per una compagnia di atleti. «Dovete giudicarci per quello che facciamo in campo e non per quello che facciamo nelle ore di libertà» risponde secco ai giornalisti brasiliani che seguono la Seleçao giorno e notte e perciò sottopongono quella nazionale a un controllo ossessivo.

Ecco allora tornato il tempo in cui conterà soltanto la performance calcistica.

E in particolare la presenza o meno di Neymar perché, a dire il vero, Rodrygo, con Ney anche Danilo che fu un puntello efficace schierato sul fianco destro della difesa blindata che è poi il requisito nuovo e inedito per quel calcio grazie al quale oggi concorre a raggiungere la finale di Qatar 2022. Piuttosto l'assenza scontata è quella dell'altro juventino del gruppo, Alex Sandro, considerato dal suo ct un titolarissimo nonostante ricevesse dal calcio italiano e da Torino una sequenza di giudizi sconfortanti.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica