Due settimane in rosa. Due tappe dominate e una concessa con la gentilezza d'animo del padre buono, che lo differenzia dalla bava alla bocca del despota. Vincenzo Nibali è il nuovo campione del ciclismo italiano. Un uomo per i Grandi Giri come non se ne vedevano da anni. Il messinese, 29 anni, trionfa a Brescia in maglia rosa, finalmente baciato dal sole dopo tre settimane di tempo infame, con pioggia e neve che hanno funestato la corsa. Mai in discussione l'affermazione dello Squalo dello Stretto che resta l'unico italiano (insieme a Felice Gimondi) ad essere salito sul podio di Giro, Tour de France e Vuelta di Spagna. Dopo il successo sulle strade iberiche nel 2010, ecco l'apoteosi su quelle di casa. Manca soltanto la maglia gialla, dopo amarillo e rosa, alla collezione di Nibali. Ma quello, come ha già detto il boss della sua Astana, Vinokourov, sarà l'obiettivo del 2014.
Un dominio assoluto iniziato indossando il simbolo del primato l'11 maggio a Saltara, dopo la crono-monstre di 50 km che doveva favorire Bradley Wiggins. Ma il siciliano ha sfruttato pendenze e strade strette (oltre a una prima settimana perfetta senza nemmeno smarrire per strada un secondo o un metro) per portarsi in cima alla classifica. Posizione che non ha più lasciato. "È stata un'emozione unica tutta quella gente per me - racconta l'azzurro dopo l'arrivo a Brescia -. Mi sono goduto questa tappa, è stato molto bello, ma sono impressione per avere visto tutta quella gente in strada. Questa vittoria è il coronamento del sogno di una vita. Mia moglie Rachele è stata molto importante, come i miei genitori. Vederli qui è stato molto commovente".
Nel giorno del trionfo sul traguardo sfreccia per primo l'inglese Mark Cavendish, ancora lui. Il re delle volate conquista la quinta perla del suo Giro d'Italia e anche la maglia rossa della classifica a punti.
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