Il calcio italiano bussa a denari. È pronto a chiedere un provvedimento ad hoc al Governo e un sacrificio ai calciatori. La campagna «datti un taglio allo stipendio» è partita ieri poco dopo le 14, quando Gabriele Gravina, presidente della Federcalcio, è intervenuto ai microfoni di Radio 24 e l'ha fatto tracciando le linee guida della sua azione. Cominciando dal pronostico più favorevole per la ripresa del campionato di serie A. «Speriamo si possa farlo dal 3 maggio, poi valuteremo se a porte chiuse o aperte», la speranza condivisa dalla maggioranza dei presidenti. Poi è passato alla parte più attesa, quella dei sacrifici da fare. «Il taglio degli stipendi dei calciatori non può e non dev'essere un tabù» il macigno lanciato nello stagno.
Il secondo messaggio è stato riservato ai club più ricchi del sistema italiano. «Prima di rinegoziare contratti e solidarietà interna, ho chiesto alle singole leghe di procedere alla raccolta dei dati sulle perdite» la premessa che è già rappresentata da un paio di cifre inquietanti, 700 i milioni persi nel caso in cui il campionato non possa ripartire, tra 170 e 200 milioni quelli già subiti per l'interruzione in corso. Dal ministro dello sport Spadafora, per ora, è arrivato un segnale minuscolo: sospesi gli adempimenti fino al 30 maggio per tutte le federazioni più gli affitti da scontare, a emergenza conclusa.
Le risposte del calcio italiano, sul tema, non sono state incoraggianti. Damiano Tommasi, presidente dei calciatori, ha preso tempo, «tutti abbiamo l'interesse che l'equilibrio economico venga preservato» ha detto, «e proprio per questo dobbiamo valutare...». Marco Tardelli, candidato alla presidenza dell'Aic, ha girato alla larga: «Vanno ascoltati i calciatori». In linea con Tommasi, Ulivieri, rappresentante degli allenatori: «Bisognerà valutare con calma». Sull'argomento, scottante, nessuna pronta e generosa disponibilità, insomma. Mentre Neuer, portiere della nazionale tedesca, dinanzi alla richiesta del ministro bavarese Soder, ha aperto il dibattito. «Stiamo discutendo sulla soluzione» ha ammesso. Per discutere anche dell'argomento, Giovanni Malagò ha convocato in conference call, una giunta straordinaria del Coni per giovedì 26 marzo con l'intervento del ministro Spadafora.
A fare i conti con i danni da coronavirus, ha cominciato anche la Fifa, la federazione mondiale, che ha nominato un gruppo di lavoro col compito di studiare lo slittamento dei calendari, il mercato trasferimenti e i contratti dei calciatori ipotizzando la creazione di un fondo di sostegno globale del sistema calcio. Considerati i notevoli guadagni accumulati, dai forzieri di Zurigo potrebbe spuntare un bel gruzzolo.
Nel frattempo però sempre la Fifa non ha ancora deciso sul mondiale per club in programma tra giugno e luglio 2021, adesso riservato a europeo e coppa America. Dovrà necessariamente spostarlo di data o addirittura rivedere la formula che era stata preparata.
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