Capello senza Fifa: "Voglio la moviola"

L'ex ct della Russia: «Il calcio è indietro. E dopo i tanti scandali la tecnologia gli potrebbe ridare credibilità»

Capello senza Fifa: "Voglio la moviola"

Nella prossima riunione del 6 marzo a Cardiff, l'International Board prenderà nuovamente in esame la possibilità di usare le immagini su rigori, fuorigioco, simulazioni.

La sperimentazione effettuata in Olanda ha fornito risultati soddisfacenti anche sui tempi di risposta, molto più veloci di quanto raccontano gli anacronistici contestatori. Brasile e Stati Uniti si sono detti disponibili a portare avanti nuovi test. Ma succederà poco o nulla perché nessuno dei candidati s'è pronunciato apertamente sul tema. Al limite gli 8 giudici potrebbero consentire l'uso delle immagini per verificare se un fallo è stato commesso dentro o fuori l'area di rigore. Per questo obiettivo bastano le telecamere in uso.

A dispetto di chi non prende mai una decisione seria e chiara sulla moviola in campo, vedi Collina con la sua cortesia di maniera, Fabio Capello non ha dubbi. E, nel corso del Dubai Global Soccer, ci ha messo la faccia: "Il calcio è rimasto indietro rispetto a tanti altri sport che usano la tecnologia per chiarire i casi dubbi. Il tennis è all'avanguardia, ma il rugby non è da meno. In qualche caso il replay ha rallentato le partite, ma ha fatto giustizia. E questo serve allo sport in genere e al calcio in particolare che deve recuperare credibilità dopo gli ultimi scandali della Fifa. Io sono stato eliminato dal penultimo Mondiale con l'Inghilterra per un gol fantasma che avrebbe richiesto pochi secondi per essere rivisto e convalidato. Sotto questo aspetto la situazione è migliorata, ma non basta. Bisogna avere il coraggio di applicare la tecnologia in modo completo. Anche sui fuorigioco, certo. Non dobbiamo avere pregiudizi di nessun genere. Perché un arbitro deve prendere una decisione sbagliata quando ha i mezzi per prendere quella giusta? Nel rugby il direttore di gara non ci pensa due volte a chiedere l'ausilio delle immagini".

Per la cronaca si tratta delle stesse immagini che vengono mostrate agli spettatori allo stadio e a casa senza tagli e pregiudizi. Giusto l'opposto di quanto avviene nel calcio dove la censura è sempre in agguato. Dello stesso parere Wilmots, il ct del Belgio che guida il ranking mondiale: "Io non temo gli arbitri. Ma sarebbe grave se agli Europei mandassero all'aria il lavoro di anni con qualche errore pesante. Di quelli decisivi. Adesso che sono in cinque, il rischio s'è attenuato. In futuro però ci dovrà essere più tecnologia a disposizione per aiutare la squadra arbitrale nei casi meno chiari. Sotto questo aspetto sono d'accordo con Capello che chiede un uso integrale delle immagini. Facciamo un passo in avanti".

L'ex ct di Inghilterra e Russia ha anche invitato gli arbitri a essere più severi nei confronti di quei giocatori, li ha chiamati codardi, che si trasformano in campioni di simulazione: "Ai miei uomini ho sempre insegnato a comportarsi con lealtà in segno di rispetto verso gli avversari e il pubblico". E in futuro. Solo una vita da commentatore per l'ex allenatore di Milan e Roma.

In privato Capello ha detto di aver chiuso la carriera di ct (e la moglie ha annuito con convinzione) e di non avere alcuna intenzione di entrare da dirigente in federazione («una iattura»), in pubblico invece ha ammesso di coltivare ancora un'ambizione: "Quella di allenare la Spagna e riportarla ai vertici di qualche anno fa".

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