La clausola delle calciatrici australiane che sfotteva l'Italia

Una clausola del contratto delle calciatrici australiane vieta loro di andare a giocare nel campionato italiano perché ritenuto di basso livello. Peccato che le azzurre le abbiano sconfitte nel match di debutto ai Mondiali...

La clausola delle calciatrici australiane che sfotteva l'Italia

Mai sottovalutare l'avversario. È una regola che vale per tutti gli sport. Specie per il calcio, dove basta un episodio per cambiare l'esito di una partita. Ne sa qualcosa la nazionale di calcio femminile dell'Australia, che affrontava l'Italia da favorita nel match di debutto dei Mondiali. Eppure il campo ha sovvertito il pronostico, regalando alle azzurre una storica vittoria in rimonta grazie alla doppietta messa a segno da Barbara Bonansea, con l'ultimo gol realizzato a pochi secondi dalla fine. Un successo in extremis che non è andato giù alla rappresentativa oceanica, che a fine gara ha accusato la squadra allenata dal c.t. Bertolini di avere "rubato il match nel finale".

Accusa che lascia il tempo che trova, dal momento che durante i 90 minuti le ragazze italiane hanno giocato alla pari con le loro avversarie e si sono viste annullare due reti, di cui la prima per un fuorigioco apparso a tutti molto dubbio e sancito dal Var dopo una lunga attesa. Semplicemente, l'Australia non riesce a perdonarsi di avere perso contro una squadra inferiore, almeno sulla carta.

Convinzione legata probabilmente anche alla clausola - stabilita dalla Federazione australiana di calcio femminile ed emersa nelle ultime ore - che vieta alle giocatrici del Paese oceanico di indossare la maglia di una squadra italiana, dal momento che i dirigenti della Federcalcio donne locale ritengono il nostro campionato "poco performante". Chissà se dopo ieri avranno ancora questa idea...

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