"Colnago il nostro faro. Le sue bici dei gioielli"

Parla Rosin, nuovo ceo dello storico marchio: "Continueremo a offrire sogni di qualità"

Tutto vero! Come il titolo di un quotidiano sportivo che celebrava nel 2006 il titolo mondiale dei ragazzi di Marcello Lippi e Fabio Cannavaro. È tutto vero anche quello che sta vivendo la nuova Colnago, che parte da Ernesto Colnago - senza metterlo da parte - e arriva a Nicola Rosin, il nuovo Ceo delle bici di Cambiago con l'asso di fiori, da un anno entrate a far parte della galassia araba della Royal Group.

Nicola Rosin, 50 anni padovano, sposato con Patricia e padre di Giulio, una laurea in economia aziendale a Venezia e poi una serie di esperienze in multinazionali del settore del commercio, della moda e del food, approda nel 2000 nel mondo del ciclismo. «Ed è stato amore a prima vista ci spiega Rosin -. Non immaginavo cosa fosse il mondo della bicicletta, ma ne sono rimasto subito folgorato, anche per il fatto che è un mondo molto reattivo e veloce. Ad un'azione corrisponde immediatamente un effetto».

E di risultati Nicola Rosin nella sua carriera di manager ne ha raccolti parecchi, tanto è vero che nella Holding di Selle Royal ci è restato per oltre vent'anni, fin quando non è stato chiamato per una nuova mission: traghettare il nome Colnago in una modernità che deve però sempre essere ancorata a contenuti tecnici e comunicativi, ma soprattutto storici. «Io sono molto riconoscente alla proprietà, così come a Melissa Moncada che è l'anello di congiunzione tra gli Emirati Arabi e la Colnago. Una donna manager molto talentuosa e di visione, appassionatissima di ciclismo. Ma sono altresì grato e riconoscente ad Ernesto Colnago, che è il nostro faro e che mi sta accompagnando con impareggiabile affetto in questa nuova avventura».

La bicicletta italiana nel mondo è un must, ma la Colnago ha forse qualcosa di più. «È proprio così - aggiunge Rosin -. Noi non vogliamo fare volumi, noi non siamo e non vogliamo essere Trek o Specialized. Piuttosto vogliamo proseguire a regalare sogni di qualità. Colnago è e deve restare per il mondo delle biciclette da corsa un'eccellenza. Manolo Bertocchi, il nostro direttore marketing, in questo è integralista: ognuno deve fare il proprio mestiere e Ernesto per una vita ha fatto gioielli su due ruote. Noi dobbiamo proseguire a farlo».

Il risultato di una recentissima indagine di mercato su un campione di 8.800 persone ha confermato quanto Rosin aveva già in mente e nel cuore. «Questo brand ha una heritage, una storia, un valore e un'eredità non comuni. I ragazzi non vogliono più narrazioni vuote, ma storie vere. Vogliono vedere e toccare. Per questo diciamo: è tutto vero! Qui è tutto vero! C'è storia, ricerca e emozioni.

La bicicletta di Pogacar è lì a testimoniarlo. Le nuove generazioni chiedono concretezza e semplicità: esattamente come il nostro Tadej. Insomma, noi ne siamo convinti: se compri una Colnago, compri una storia. Una gran bella storia». Che continua

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