Gianluca Vialli è stato, è e sarà un grande esempio in campo e fuori. Il capo delegazione della nazionale italiana e stretto collaboratore di Roberto Mancini in un'intervista rilasciata al settimanale Oggi ha parlato della sua malattia:"Io ho paura di morire, eh", il commento dell'ex attaccante di Sampdoria e Juventus. "Non so quando si spegnerà la luce che cosa ci sarà dall’altra parte. Ma in un certo senso sono anche eccitato dal poterlo scoprire"., confida Gianluca Vialli che da anni combatte contro il cancro.
Dramma e opportunità
Vialli ha poi parlato in maniera saggia e profonda nonostante nonostante un vero dramma: "Però mi rendo anche conto che il concetto della morte serve per capire e apprezzare la vita. L’ansia di non poter portare a termine tutte le cose che voglio fare, il fatto di essere super eccitato da tutti i progetti che ho, è una cosa per cui mi sento molto fortunato". Vialli ha infine concluso: "La malattia non è esclusivamente sofferenza: ci sono momenti bellissimi. La vita è fatta per il 20 per cento da quello che ti succede ma per l’80 per cento dal modo in cui tu reagisci a quello che accade. E la malattia ti può insegnare molto di come sei fatto, essere anche un’opportunità. Non dico al punto di essere grato nei confronti del cancro, eh...".
Vialli sarà protagonista di un docu-show di sei puntate che andrà in onda su Netflix dal prossimo 18 marzo.
"Una semplice domanda", questo il titolo di questo documentario condotto da Alessandro Cattelan che discute di vita e ricerca della felicità con, tra l’altro, registi come Paolo Sorrentino, conduttrici come Geppi Cucciari ed ex calciatori come appunto Gianluca Vialli e Roberto Baggio. Non è chiaro quale siano le reali condizioni dell'ex attaccante della Juventus che sta però continuando a combattere come per non darla vinta alla malattia che ormai da anni lo sta tormentando.
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